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La tutela dell’ambiente tra forma e sostanza

1. – Nelle attività edilizie, sia pubbliche che private, la gestione dei materiali da scavo, le c.d. «terre e rocce», riveste un ruolo di primissimo piano. Eppure, non vi è assoluta chiarezza – né, tantomeno, univocità – nel panorama normativo di riferimento in ordine alla gestione di questi materiali, anche per la sua continua evoluzione.

Partendo dal diritto comunitario, si rileva come non esistano ad oggi espliciti riferimenti normativi in argomento: l’ultima direttiva sui rifiuti, 2008/98/CE, infatti, non contiene una regolazione in materia di terre e rocce (o «materiali da scavo», secondo la più recente – nazionale – nomenclatura), a parte un rapido cenno nei considerata (n. 11), dove si raccomanda agli Stati membri di valutare i «suoli escavati non contaminati (…) in base alla qualifica di rifiuti e alle disposizioni sui sottoprodotti o sulla cessazione della qualifica di rifiuto». Pertanto, ogni Paese europeo ha finito col dotarsi di una propria, autonoma disciplina, anche di segno molto differente da quelli degli altri Stati membri: la Spagna, ad esempio, non ha mirato ad un’esclusione dei materiali suddetti dal novero dei rifiuti ma li tratta alla loro stessa stregua, seppure in regime parzialmente derogatorio; discorso analogo per la Francia, che, anzi, opera una piena assimilazione giuridica tra i materiali da scavo e i rifiuti, assoggettando i primi alla disciplina prevista per i secondi.

Passando all’ambito normativo nazionale, come noto, la Repubblica italiana ha inizialmente scelto di ricondurre i materiali da scavo nel novero dei sottoprodotti; o meglio, la scelta fu, almeno in una prima fase, di non assoggettarli al regime dei rifiuti. In quest’ultimo senso era impostata la prima disciplina organica di tali materiali nell’ordinamento nazionale, introdotta con la c.d. «legge obiettivo» (legge 443/01); detta legge, infatti, apportò una specifica previsione modificativa e derogatoria al d.lgs. 22/97 (c.d. decreto Ronchi), che all’epoca rappresentava la normativa fondamentale sui rifiuti.

Paolo Costantino