La riflessione che Diritto agroalimentare intende promuovere intorno ai temi che, dalle attività, si allargano al mercato e ricomprendono la presa di coscienza degli interessi della comunità e rispondono alla conservazione dell’ambiente oltre che all’accesso di ogni singola persona al consumo di alimenti sicuri, si propone per un effettivo e sostanziale aggancio alle esigenze sostanziali e storiche per la cui tutela il diritto è costituito.
Attraverso saggi, ricerche e approfondimenti dei materiali che l’esperienza porta alla luce, la Rivista è aperta alla ricerca della formazione delle regole giuridiche condotta al livello della realtà e dei conflitti che si prospettano in conformità al vivere sociale e al produrre in modo sostenibile.
È innegabile che nessun altro bisogno delle persone debba, oggi, trovare piena realizzazione attraverso un’adeguata regolazione più degli alimenti; mentre l’intero gruppo sociale, nello spazio integrato dell’economia, conserva l’aspettativa a ché l’agricoltura soddisfi le condizioni di un ambiente favorevole alla qualità della vita. Vitalità, dialettica interdisciplinare e vivacità sono le chiavi di lettura per cogliere la rapida mobilità dei fatti che descrivono la proiezione commerciale dell’impresa agricola e il vantaggio della gestione dello spazio rurale, l’affiorare di emergenti diritti dei consumatori e delle connesse responsabilità dei produttori, così da legittimare, in una prospettiva specialistica, il transito verso soluzioni in grado di aprire alla comprensione del presente riflesso nella dimensione giuridica.
Tutto questo è Diritto agroalimentare, il nuovo periodico giuridico quadrimestrale della Fondazione, per i tipi della Giuffrè, che ospita ampie monografie su temi di più vivo ed attuale interesse ed altri contributi raccolti in una rubrica denominata Osservatorio in cui sono presenti annotazioni di sentenze, rassegne di legislazione, commenti a leggi ed atti sopraggiunti, nonché recensioni a informazioni di interesse sui maggiori problemi (per info e costi di abbonamento contattare la Casa editrice).
Indice Fascicolo 3 - 2023
IRENE CANFORA
Le Organizzazioni di produttori agricoli tra funzioni di mercato e composizione interna. Riflessioni a margine della sentenza della Corte di giustizia nel caso Saint-Luis Sucre [approfondisci]
Nella visione dell’attuale politica agricola comune costruita intorno alle relazioni tra i soggetti della filiera, le organizzazioni di produttori assumono un ruolo centrale nella regolazione del mercato, principalmente perché rafforzano la posizione dei produttori agricoli nelle relazioni contrattuali di fornitura delle materie prime agricole lungo la filiera. La natura essenzialmente agricola di tali soggetti richiede, ai sensi del reg. n. 1308/2013, una verifica della coerenza della composizione interna rispetto alle funzioni di mercato: in particolare, in riferimento alla possibile presenza di soci non produttori e al controllo democratico dell’organizzazione da parte dei soci produttori. Sotto questo profilo, la questione discussa dalla Corte di giustizia nel caso Saint-Luis Sucre focalizza l’attenzione sulle relazioni tra le organizzazioni di produttori e gli organismi sindacali, rappresentativi di categoria dei produttori agricoli. La questione va considerata, a parere dell’A., nella prospettiva dell’elaborazione di nuove strategie e strumenti di tutela effettiva della parte agricola nelle relazioni di filiera.
Within the current vision of the Common Agricultural Policy, built on the relationships between business operators of the food chain, producers organizations play a central role in market regulation, first of all, because they enhance the position of farmers in the agricultural products supply relationships. Since these subjects are established by the EU law as expression of farmers, Regulation No. 1308/13 requires a control on the consistency of the internal composition with the functions for the market: in particular with regard to the eligibility of non producers members and to the democratic accountability of the organization by producers members. In this respect, the issue discussed by the European Court of Justice in Saint-Luis Sucre case, focuses on the relationships between producers organizations and professional organizations representative of farmers. This issue shall be considered, according to the Author, in the perspective of the development of new strategies and legal tools for an effective protection of the agricultural part within the food chain relationships.
ALBERTO GERMANÒ
Sulla lettera f) del comma 1 dell’art. 3 della legge n. 168/2017 [approfondisci]
Che valore hanno le (qui apparentemente superflue) parole «sui quali i residenti del Comune o della frazione esercitano usi civici» aggiunte alle parole «sono beni collettivi i corpi idrici» nella lett. f) del comma 1 dell’art. 3 della legge n. 168/2017, espressioni perfettamente corrispondenti a quelle della precedente lett. d) per cui «sono beni collettivi le terre di proprietà di soggetti pubblici o privati» a cui seguono le (qui rilevantissime, perché indicano una diversa categoria di usi civici) parole «sui quali i residenti del Comune o della frazione esercitano usi civici»? Ma se i «corpi idrici» altro non significano che le «acque fluenti» e se queste ora sono di proprietà dello Stato ai sensi dell’art. 144 del Codice dell’ambiente – cioè di un Codice che, in virtù del comma 3 dell’art. 3 bis del d.lgs. n. 152/2006, non può essere abrogato se non espressamente per una sorta di clausola di resistenza rinforzata alle abrogazioni – come potrebbe la legge n. 168/2017 (che iscrive i corpi idrici tra il patrimonio collettivo) derogare alla norma che proclama la pubblicità di tutte le acque? Un Commissario agli usi civici afferma che una fonte sorgiva in un terreno di proprietà collettiva è un privato bene collettivo dell’entità che ha la proprietà del terreno su cui il «caput fluminis» insiste. Ma non tutti i commentatori di siffatta pronuncia ne accettano in pieno tale conclusione. Allora l’Autore resta dell’opinione che, come tra i beni collettivi rientrano, ai sensi della lett. d) del comma 1 dell’art. 3 della legge n. 168/2017, gli usi civici (in senso stretto) che i residenti di un Comune esercitano su «terre di proprietà di soggetti pubblici o privati» cioè su terre altrui, così per la lett. f) del comma 1 dell’art. 3 della detta legge del 2017 rientrano tra i beni collettivi gli usi civici che i residenti del Comune esercitano su corpi idrici altrui, cioè dello Stato, corpi idrici (ovverosia, in sostanza, acque) che rimangono, per l’art. 144 del Codice ambientale, appunto beni dello Stato.
What is the meaning of the (here apparently unnecessary) wording «over which residents from the municipality or district shall exercise usi civici» on top of «water bodies are collective goods» in subparagraph (f), paragraph 1, Article 3 of Law No. 168/2017? In fact, this clearly matches subparagraph (d) above, which states that «lands owned by public or private entities are collective goods», and follows the wording (highly relevant here, for it refers to a different category of usi civici) «over which residents from the municipality or district shall exercise usi civici». But if «water bodies» mean nothing other than «flowing waters» and if these are now State property under Article 144 of the Environmental Code – a Code which, under Article 3 bis(3) of Legislative Decree No. 152/2006, cannot be repealed if not explicitly by some sort of reinforced provision – how could Law No. 168/2017 (which lists water bodies as part of the collective heritage) deviate from the rule whereby all waters are claimed to be public? A Commissioner for Usi Civici states that a spring in a collectively owned land is a private collective asset of the entity that has ownership over the land where the «caput fluminis» lies. But not all reviewers of such ruling fully accept this conclusion. So the author is still of the opinion that, just as collective property includes – under subparagraph (d), paragraph 1, article 3 of Law No. 168/2017 – the civic uses (in a strict sense) that the residents of a municipality exercise over «lands owned by public or private entities», i.e. on the lands of others, the same applies to subparagraph. (f), paragraph 1, Article 3 of the said 2017 law, including usi civici that residents of the municipality exercise over water bodies of others, i.e. the State; these water bodies (i.e., basically, waters) continue, in fact, to constitute State property under Article 144 of the Environmental Code.
ANTONIO JANNARELLI
Gli accordi di sostenibilità nell’art. 210 bis del reg. 1308 del 2013 ed il relativo progetto di comunicazione della Commissione europea [approfondisci]
Il saggio prospetta una prima interpretazione dell’art. 210bis del reg. 1308 del 2013 sugli accordi di sostenibilità nel settore agro-alimentare e agro-industriale alla luce della disciplina della concorrenza. A tale riguardo, contiene una sintetica illustrazione del contenuto dell’intera norma, nonché dell’incidenza che va riconosciuta alla sostenibilità anche nella lettura della competition law: di qui l’analisi critica dell’approccio ermeneutico adottato dalla Commissione nel progetto di comunicazione relativo all’applicazione dell’art. 210 bis.
The essay presents a first interpretation of art.210 bis of the Regulation No. 1308 of 2013 on vertical and horizontal initiatives for sustainability in the agri-food and agro-industrial sector in light of european competition law. In this regard, it contains a concise illustration of the content of the entire new rule, as well as the impact that must be recognized on sustainability also in the application of competition law: hence the critical analysis of the hermeneutic approach adopted by the Commission in the Draft guidelines on the application of a new EU antitrust exemption for sustainability agreements involving producers relating to application of the art. 210 bis.
MARIO MAURO
Prime riflessioni a margine della novella dell’art. 210 bis del reg. (UE) n. 1308/2013, introdotto dal reg. (UE) n. 2021/2117 [approfondisci]
Il nuovo art. 210 bis del reg. (UE) n. 1308/2013, rubricato iniziative orizzontali e verticali per la sostenibilità, introduce nuove eccezioni all’art. 101 TFUE, se funzionali al perseguimento di obiettivi di sostenibilità, senza che ciò significhi poter prescindere dagli obiettivi di politica agricola comune. La novella va inquadrata in un contesto in cui diversi sono i provvedimenti che, nel corso degli ultimi anni, si orientano verso una efficacia sempre più pervasiva del principio di sostenibilità, tale da incidere anche nel settore dell’agricoltura, non escluso il profilo della concorrenza. La norma costituisce così l’occasione per aprire una riflessione su quale sia il rapporto tra sostenibilità e obiettivi di politica agricola comune, e come esso si declini entro la cornice della regolamentazione concorrenziale.
The new Article 210a of Reg. (EU) No. 1308/2013, named horizontal and vertical initiatives for sustainability, introduces new exceptions to Article 101 TFEU, if they are functional to pursue sustainability objectives, without prejudice to common agricultural policy objectives. The reform should be set in a context where, over the past few years, several measures have moved toward increasingly and pervasive use of the sustainability principle, affecting the agricultural sector too, not excluding the competition law. The rule thus provides an opportunity to open up a discussion about the relationship between sustainability and common agricultural policy objectives, and how this relationship is declined within the framework of competition law.
DOMENICO MONCI
L’origine degli alimenti nel rapporto tra prodotto finito e ingrediente primario [approfondisci]
La tensione commerciale che caratterizza le dinamiche del mercato globale, pervaso dalle costanti aspirazioni di diverse, contrastanti esigenze, giustifica la considerevole sensibilità che il legislatore europeo e quello nazionale riconoscono al tema della tutela del consumatore di alimenti, in specie sotto il profilo dell’attenzione rivolta alla comunicazione commerciale degli operatori economici. La fornitura di informazioni al consumatore è il momento nel quale occorre garantire il giusto equilibrio tra l’esercizio di una concorrenza libera e leale tra operatori economici e il diritto all’esercizio di scelte consapevoli e discrezionalmente orientate alle proprie preferenze etiche ed estetiche da parte dei consumatori. L’etichetta è il mezzo d’elezione attraverso il quale, il sistema normativo ha inteso realizzare l’aspirazione di fornire al consumatore medio, il cui profilo è stato tipizzato anche da incisivi pronunciamenti della Corte di giustizia europea, tutte le informazioni necessarie, rese con un grado di chiarezza idoneo a consentirgli di compiere una scelta consapevole. L’ambiziosa linearità del modello informativo astratto, si complica particolarmente in relazione al tema dell’origine degli alimenti, e in particolare, nel suo delicato rapporto tra prodotto finito e ingrediente primario. Dietro una apparente essenzialità rinvenibile all’interno della cornice regolatoria delineata dal legislatore europeo, che poggia sull’obbligo di indicare in etichetta il Paese d’origine o luogo di provenienza dell’ingrediente primario quando questo non è lo stesso dell’alimento finito, si articola, in realtà, un delicato sistema di doveri per l’operatore del settore alimentare, in specie quando il tema interessa un prodotto trasformato, realizzato con diversi ingredienti e materie prime provenienti da diversi Paesi e/o continenti. In tali circostanze, gli stessi obblighi informativi legali, traslati sul fronte applicativo della prassi commerciale, potrebbero disvelare una loro attitudine a generare incertezza informativa, tradendo il valore della loro stessa esistenza.
The commercial tension, which characterizes the dynamics of the global market, permeated by constant aspirations of different and conflicting needs, justifies the considerable sensitivity that the European and national legislator acknowledges towards the issue of consumer protection in the food sector. Particularly, the European and national legislator has been mainly focused on the commercial communication of economic operators. The provision of information to consumers should guarantee the right balance between the exercise of free and fair competition among economic operators and the right to exercise informed and discretely oriented choices based on ethical and aesthetic preferences by consumers. The label is the preferred means through which the regulatory system has intended to fulfill the aspiration of providing the average consumer with all necessary information. Information have to be provided with a suitable level of clarity to enable them to make an informed choice. The complex interplay between the finished product and the primary ingredient adds further intricacies to the ambitious linearity of the abstract informational model, particularly concerning the issue of food origin. The European legislator requires that food labeling indicates the country of origin of the main ingredient, if it differs from that of the finished product. This regulation may seem simple, but for operators in the food industry that produce processed foods with ingredients sourced from different parts of the world, it becomes a complex system of obligations. In such circumstances, the same legal information obligations, translated into the practical application of business practices, could reveal their propensity to generate informational uncertainty, betraying the value of their own existence.
GIULIANA STRAMBI
Il vino dealcolizzato o parzialmente dealcolizzato come «prodotto innovativo» per il mercato dell’Unione europea alla luce del regolamento (UE) 2021/2117 [approfondisci]
Nell’ambito della riforma della PAC del 2021, il regolamento (UE) n. 2021/2117 ha modificato il regolamento (UE) n. 1308/2013 sull’OCM unica, consentendo la commercializzazione nell’Unione come «vino» di prodotti vitivinicoli che hanno subìto un trattamento di dealcolizzazione parziale o totale e che pertanto hanno un tenore alcolico inferiore a quello previsto dalla normativa UE o quasi nullo. L’articolo focalizza l’attenzione sulle novità introdotte in tema di autorizzazione della pratica enologica di dealcolizzazione parziale e totale del vino alla luce dell’evoluzione degli standards dell’OIV in materia. Analizza, poi, le ragioni e i limiti dell’estensione dell’autorizzazione della dealcolizzazione parziale per i vini con DOP o IGP, nonché delle regole di etichettatura del vino dealcolizzato e del vino parzialmente dealcolizzato. Infine, indaga sulle implicazioni che questa evoluzione normativa può avere sull’interpretazione della denominazione legale «vino» dettata dall’Unione europea e sulla tradizionale concezione del vino come bevanda alcolica.
As part of the 2021 CAP Reform, the Regulation (EU) No. 2021/2117 amended the Regulation (EU) No. 1308/2013 on the single CMO, allowing the marketing in the Union of grapevine products that have undergone a partial or total dealcoholisation treatment, as «wine». The new product has an alcohol content lower than that previously required by the EU legislation or almost zero. The article focuses on the novelties concerning the authorization of the oenological practices of partial and total dealcoholisation of wine in the light of the evolution of the OIV standards on the matter. It then analyses the reasons and limits of the extension of the authorization of partial dealcoholisation to PDO or PGI wines, as well as of the labelling rules for dealcoholized wine and partially dealcoholized wine. Finally, it reflects on the potential effects of this legislative evolution on the interpretation of the legal name «wine» and on the traditional idea of wine as an alcoholic beverage.
Indice Fascicolo 2 - 2023
FABRIZIO DI MARZIO
Il tramite necessario. Angelo Falzea e la prassi giuridica [approfondisci]
Il lavoro esamina l’idea di prassi nell’opera di Angelo Falzea. La particolarità della ricostruzione proposta dall’eminente Studioso è nell’offrire, attraverso la meditazione sulla prassi, un contributo significativo ad un’idea unitaria del diritto, in cui le diverse componenti della norma positiva e dell’agire giuridico socialmente rilevante non solo non si contrappongono ma si compongono in un disegno complessivo teso a fondare una teoria unitaria del diritto. La prassi è studiata nella tripartizione tra «prassi realizzativa, prassi genetica e prassi adeguatrice». In questo sforzo di classificazione si evidenziano i molteplici profili di un fenomeno complesso. L’esito è nella proposta ricostruttiva dell’attuazione del diritto attraverso l’individuazione della «norma causale» ossia della regola del caso concreto. Tale regola è proposta come il risultato delle reciproche influenze delle componenti di diritto positivo e di prassi sociale. L’insegnamento di Angelo Falzea è nel ripudio di ogni tentazione ideologica e di ogni soggettivismo, sicuramente dannosi per la doverosa tensione verso l’oggettività del diritto. Questo insegnamento ammonisce tuttavia anche a respingere le semplificazioni eccessive che, in nome di un diritto certo e prevedibile, ne limiterebbero l’immagine al solo diritto legislativo.
The work examines the idea of praxis in the work of Angelo Falzea. The particularity of the reconstruction proposed by the eminent Scholar is in offering, through meditation on praxis, a significant contribution to a unitary idea of law, in which the different components of the positive norm and of legal action are not opposed to each other but, on the contrary, are combined in an overall design aimed at founding a unitary theory of law. Praxis is studied in the tripartition between «prassi realizzativa, prassi genetica e prassi adeguatrice». In this classification effort, the multiple profiles of a complex phenomenon are highlighted. The outcome is in the reconstructive proposal of the implementation of law through the identification of the «norma causale» and thus of the rule of the concrete case law. This latter is proposed as the result of the reciprocal influences of the components of positive law and social practice. Angelo Falzea’s teaching is in the repudiation of every ideological temptation and every subjectivism, which are certainly detrimental to the necessary tension towards the objectivity of law. However, this teaching also warns against the excessive simplifications that, in the name of a certain and predictable law, would limit its image to legislative law alone.
STEFANO MASINI
Piattaforme online e motori di ricerca: sul rischio di accesso del consumatore digitale di alimenti [approfondisci]
Il diffuso impiego delle tecnologie digitali conduce ad un aumento degli scambi commerciali per via elettronica, impegnando il giurista ad adattare le regole sulla formazione del contratto a distanza. Specialmente il ricorso alle piattaforme online per organizzare la distribuzione di un ampio assortimento di prodotti alimentari e l’allestimento di siti web aziendali impongono maggiore cautela nella definizione degli strumenti per valutare la trasparenza dei contenuti rispetto alle informazioni veicolate dai tradizionali mezzi in ragione della rapidità con la quale si perfeziona la conclusione del rapporto. E la natura pericolosa della tecnica impiegata sollecita il ricorso a clausole rafforzate di conoscenza del programma contrattuale. La sequenza di norme continuamente rinnovate a livello europeo e recepite sul piano interno rende, peraltro, difficile offrire una descrizione esauriente se non rintracciare la stessa coerenza nello sviluppo di un disegno compiuto. Resta, invece, del tutto insufficiente il sistema di attribuzione della responsabilità in capo agli intermediari digitali per quanto riguarda i rischi inerenti alla circolazione dei prodotti anche con riguardo alla violazione dei diritti di proprietà intellettuale, se bene più recenti interventi normativi impongano un vero e proprio obbligo di diligente accertamento del comportamento commerciale dell’operatore da parte dei gatekeepers.
The widespread use of digital technologies leads to an increase in commercial exchanges by electronic means, committing the jurist to adapt the rules on the formation of the distance contract. The use of online platforms to organize the distribution of a wide assortment of food products and the setting up of corporate websites require greater caution in defining the tools to evaluate the transparency of the contents compared to the information conveyed by traditional means due to the speed with which the conclusion of the relationship is perfected. And the dangerous nature of the technique employed calls for the use of strengthened knowledge clauses of the contractual programme. Furthermore, the sequence of standards continually renewed at the European level and transposed domestically, makes it difficult to offer an exhaustive description other than to trace the same consistency in the development of an accomplished design. On the other hand, the system of attributing responsibility to digital intermediaries remains completely insufficient with regard to the risks inherent in the circulation of products, even with regard to the infringement of intellectual property rights, although more recent regulatory interventions impose a real obligation on gatekeepers to diligently ascertain the commercial behavior of the operator.
SONIA CARMIGNANI
PNRR e tutela della agrobiodiversità. L’esperienza dei giardini storici [approfondisci]
Il piano di intervento legato al PNRR, volto al recupero di parchi e giardini storici, dà vita ad una vasta e diffusa azione sul territorio nazionale, con lo scopo di restituire un rinnovato ruolo ai parchi e ai giardini storici come centri di «bellezza pubblica» e luoghi identitari per le comunità. I giardini storici tengono indissolubilmente legati valori storico-culturali e valori ambientali, fornendo una molteplicità di servizi ecosistemici al territorio che vanno oltre quelli tipicamente culturali-ricreativi e che interessano la conservazione della biodiversità, la produzione di ossigeno, la riduzione del livello di inquinamento ambientale e del rumore, la regolazione del microclima. Quando il giardino afferisce o è compreso nel più ampio contesto di una impresa agricola, il giardino storico costituisce una parte del paesaggio agrario. La sinergia tra attività agricola e tutela dei giardini storici si coglie non solo sul versante della incidenza dei vincoli insiti nella protezione dei giardini sull’attività primaria, laddove l’impresa agricola costituisca il formante di una porzione del paesaggio agrario ricadente nell’ambito della tutela, quanto e soprattutto sul versante dell’incidenza e del contributo che l’attività agricola può portare agli obiettivi di tutela. In altri termini, la considerazione dell’attività ex art. 2135 c.c. nel contesto del regime di protezione dei giardini di pregio ambientale, storico, culturale, paesaggistico, viene in evidenza in modo bidirezionale, considerando la conformazione che le esigenze di protezione ambientale possono produrre sull’attività agricola, quando all’azienda acceda un giardino storico, ma in particolar modo il ruolo che lo svolgimento dell’attività produttiva può svolgere come strumento funzionale agli obiettivi di conservazione.
The intervention plan linked to the PNRR, aimed at the recovery of historic parks and gardens, gives life to a vast and widespread action on the national territory, with the aim of restoring a renewed role to historic parks and gardens as centers of «public beauty» and places of identity for communities. Historic gardens keep historical-cultural values and environmental values inextricably linked, providing a multiplicity of ecosystem services to the territory that go beyond the typically cultural-recreational ones and which concern the conservation of biodiversity, the production of oxygen, the reduction of the level of environmental pollution and noise, the regulation of the microclimate. When the garden pertains to or is included in the broader context of an agricultural enterprise, the historic garden constitutes a part of the agricultural landscape. The synergy between agricultural activity and the protection of historic gardens can be seen not only in terms of the impact of the constraints inherent in the protection of gardens on the primary activity, where the agricultural enterprise constitutes the formant of a portion of the agricultural landscape falling within the ambit of protection, how much and above all on the side of the incidence and contribution that agricultural activity can bring to the objectives of protection. In other words, the consideration of the activity pursuant to Art. 2135 of the Civil Code in the context of the protection regime of gardens of environmental, historical, cultural, landscape value, it is highlighted in a bidirectional way, considering the conformation that the environmental protection needs can produce on agricultural activity, when the company has access to a historic garden, but in particular the role that the performance of the productive activity can play as a functional tool for the conservation objectives.
LUCIANA FULCINITI
Demanialità e appartenenza dei corpi idrici [approfondisci]
Il contributo esplora la condizione giuridica dei corpi idrici nel percorso verso la pubblicità, raggiunta con la dichiarazione di tutte le acque come demanio dello Stato. Analizza il regime dell’appartenenza pubblica necessaria del demanio idrico. Ne indaga il fondamento nella teoria generale del demanio pubblico e l’evoluzione nella funzione ambientale. Analizza la demanialità idrica in relazione a interpretazioni giurisprudenziali, teorie dottrinali e iniziative legislative che mirano a sostituirla con l’eterogenea categoria dei beni comuni. Sul sistema ordinamentale del demanio idrico, il contributo considera criticamente la fattispecie dei corpi idrici sui quali si esercitano usi civici, come deroga introdotta dalla legge sui domini collettivi.
The contribution explores the legal status of water bodies in the path towards publicity, achieved with the declaration of all waters as state property. It analyzes the regime of the necessary public belonging of the water domain. It investigates its foundation in the general theory of public property and its evolution in the environmental function. It analyzes state-owned water in relation to jurisprudential interpretations, doctrinal theories and legislative initiatives that aim to replace it with the heterogeneous category of common goods. On the legal system of water state property, the contribution critically considers the case of water bodies on which «usi civici» are exercised, as a derogation introduced by the law on «domini collettivi».
GIUSEPPE SPOTO
Greenwashing: tutela dei consumatori e responsabilità delle imprese [approfondisci]
Il saggio esamina le ipotesi di greenwashing e la proposta di direttiva sulla fondatezza e la comunicazione di asserzioni ambientali esplicite (direttiva Green Claims). L’autore richiama le regole generali per contrastare le pratiche commerciali sleali, ma sottolinea la necessità di rinvenire ulteriori strumenti che possano tutelare imprese e consumatori in modo più efficace. Una particolare attenzione è dedicata alle forme di soft law ad iniziativa dei privati, sebbene nessuno di questi strumenti possa essere considerato sufficiente e adeguato, senza l’approvazione di un quadro normativo uniforme e senza l’applicazione di sanzioni più rigorose. Le conseguenze e le sanzioni dovrebbero essere differenti a seconda degli obiettivi fraudolenti perseguiti dalle imprese, distinguendo tra pratiche illecite in violazione delle regole della concorrenza, rispetto alle frodi per ottenere finanziamenti pubblici o agevolazioni senza che ricorrano i presupposti effettivi per il loro riconoscimento.
The essay examines Greenwashing and the proposal for a Directive on Green Claims affecting commercial communications. The author believes that the general rules against unfair business practices can be invoked but emphasises the need to find additional instruments that can protect businesses and consumers more effectively. Particular attention is paid to private-initiative forms of soft law, although none of these remedies can be considered sufficient and adequate without the approval of a uniform regulatory framework and the application of stricter sanctions. Consequences and sanctions should differ depending on the fraudulent objectives pursued by the companies, distinguishing between unlawful practices in violation of competition rules and fraud to obtain public funding or subsidies without meeting the actual conditions for their recognition.
ANETA SUCHO? E ANDRII BILOCHENKO
Agricultural Activity in Ukraine and Poland after the Russian aggression against Ukraine. Chosen legal and economic aspects [approfondisci]
Lo scopo di questo articolo è innanzitutto quello di valutare l’impatto della guerra in Ucraina sulle attività agricole in questo Paese e in Polonia, e in secondo luogo di stabilire in che misura le norme giuridiche rispondono alle attuali sfide e necessità legate alle attività agricole in Polonia e Ucraina. Vengono analizzati i principali aspetti legali ed economici e vengono affrontati i principali problemi che i produttori agricoli di entrambi i Paesi hanno dovuto affrontare in questo periodo. La prima parte dell’articolo riguarda l’Ucraina, la seconda la Polonia. La guerra non solo ha causato enormi perdite di vite umane in Ucraina, ma ha anche portato a distruzioni catastrofiche e ridotto il potenziale dell’economia del Paese e del suo settore agricolo. Allo stesso tempo, fin dalle prime settimane di guerra, il Parlamento e il Governo ucraini hanno iniziato a sviluppare e adottare tempestivamente regolamenti volti a semplificare le attività agricole sotto la legge marziale. La guerra ha influenzato anche lo svolgimento delle attività agricole in altri Paesi, in particolare quelli confinanti con l’Ucraina (Polonia, Slovacchia, Romania). L’articolo sottolinea il coinvolgimento della Polonia nell’aiutare i cittadini ucraini emanando un atto separato sull’aiuto ai cittadini ucraini in relazione al conflitto armato sul territorio di questo Paese. Allo stesso tempo, per gli agricoltori polacchi sono emersi problemi legati ai maggiori costi di gestione delle attività agricole (carburante, energia, fertilizzanti). Attualmente, gli agricoltori polacchi hanno problemi con le vendite di prodotti agricoli (grano, colza, latte) e di animali da allevamento. I prezzi dei prodotti sono molto bassi. I prodotti agricoli provenienti dall’Ucraina e venduti in Polonia sono esenti da dazi doganali e i prezzi risultano essere vantaggiosi rispetto a quelli dei prodotti agricoli nazionali. Il legislatore polacco sta cercando di risolvere i problemi associati all’aggressione della Russia contro l’Ucraina sostenendo finanziariamente i produttori agricoli polacchi (alcuni provvedimenti sono presentati nell’articolo). Anche la Commissione europea ha dichiarato di voler fornire aiuti ai produttori agricoli. In conclusione, si può sostenere che l’aggressione della Russia all’Ucraina abbia avuto ripercussioni anche sulla sicurezza alimentare (in termini di quantità e qualità sanitaria) e sulla sicurezza energetica e ambientale.
The purpose of this article is firstly to assess the impact of the war in Ukraine on agricultural activities in this country and Poland, secondly to establish the extent to which legal norms meet the current challenges and needs related to agricultural activities in Poland and Ukraine. The key legal and economic aspects are investigated, and the main problems faced by agricultural producers in both countries during this period are addressed. The first part of the article deals with Ukraine, the second with Poland. The war has not only caused huge loss of life in Ukraine, but has also led to catastrophic destruction and reduced the potential of the Ukrainian economy and its agricultural sector. At the same time, from the first weeks of the war, the Ukrainian parliament and government began to develop and promptly adopt regulations aimed at simplifying agricultural activities under martial law. The war also affected the conduct of agricultural activities in other countries, particularly those bordering Ukraine (Poland, Slovakia, Romania). The article highlights Poland’s involvement in helping Ukrainian citizens by enacting a separate law Act of March 12, 2022 on assistance to citizens of Ukraine in connection with the armed conflict on the territory of that country. At the same time, there were problems for Polish farmers associated with the higher costs of running agricultural activities (fuel, energy, fertilisers). Currently, Polish farmers have problems with sales of agricultural products (wheat, rapeseed, milk), and farm animals. Prices of agricultural products are low. Agricultural products from Ukraine that have been sold in Poland are exempt from customs duties and the prices were attractive compared to prices of Polish domestic agricultural products. The Polish legislature is trying to solve the problems associated with Russia’s aggression against Ukraine by financially supporting Polish agricultural producers and some of regulations are presented in the article. Aid for agricultural producers was also declared by the European Commission. In conclusion, the authors stated that Russia’s aggression against Ukraine affected also the violation on food security and safety, as well as energy and environmental security.
OSSERVATORIO
IL PRECEDENTE
ALBERTO GERMANÒ
Necessità della previa sdemanializzazione rispetto all’atto di espropriazione per pubblica utilità degli usi civici gravanti su beni altrui [approfondisci]
Un decreto di espropriazione di beni altrui su cui una collettività ha diritto di usi civici è incapace di provocare l’estinzione degli usi civici se non è preceduta da un atto di loro formale sdemanializzazione.
A decree of expropriation of others assets over which a community has the right of «usi civici» is incapable of causing the extinction of «usi civici» if it is not preceded by an act of formal change of their use.
ALBERTO GERMANÒ
Sul rapporto tra la legge statale sui domini collettivi e le leggi regionali in contrasto [approfondisci]
Una legge regionale che è in contrasto con il principio fondamentale della personalità giuridica di diritto privato degli enti esponenziali delle comunità titolari di beni collettivi è abrogata ad opera della legge n. 168/2017.
A regional law which is in contrast with the fundamental principle of the legal personality of private law of the exponential bodies of the communities owning collective goods is repealed by Law No 168/2017.
ALBERTO GERMANÒ
Sulla sentenza n. 119/2023 della Corte costituzionale [approfondisci]
L’Autore mette in evidenza tre aspetti della sentenza della Corte costituzionale: la dichiarazione di incostituzionalità del comma 3 dell’art. 3 della legge n. 168/2017 che esclude l’alienabilità delle terre di soggetti privati sulle quali una collettività esercita usi civici in senso stretto non ancora liquidati; la perdurante vigenza della legge n. 1766/1927 sul riordinamento degli usi civici nel contesto della legge n. 168/2017 in materia di domini collettivi e quindi il loro coordinamento; la pregnanza del vincolo paesaggistico nell’individuazione della funzione sociale della proprietà dei beni civici per cui il privato proprietario di beni gravati da usi civici non ancora liquidati ha il dovere di non dividere il fondo, né di effettuare interventi o trasformazioni che pregiudichino la fruizione collettiva e che sottraggano il terreno alla sua destinazione a tutela anche del paesaggio.
The author highlights three aspects of the ruling of the Constitutional Court: declaration of unconstitutionality of Article 3 (3) of Law No. 168/2017 which excludes the alienability of the lands owned by private individuals and that are used by a community for «usi civici» strictly intended that have not yet been liquidated; continued validity of Law No. 1766/1927 on the reorganization of «usi civici» within the meaning of Law No. 168/2017 on the subject of «domini collettivi» and then their coordination; pregnant environmental legal constraints in identifying the social function of the ownership of civic assets whereby the private owner of a land subject to «usi civici» that has not yet been liquidated has the duty of not dividing it into smaller parcels or carrying out interventions or transformations that would jeopardize the community’s fruition of that land by putting it to uses that are different from its intended use, also with a view to protecting the landscape.
LETTURE
LORENZA PAOLONI
The United Nations’ Declaration on Peasants’ Rights (a cura di M. Alabrese, A. Bessa, M. Brunori, P.F. Giuggioli)
Indice Fascicolo 1 - 2023
FRANCESCO AVERSANO
Illeciti alimentari e conformazione alla disciplina eurounionale: modelli, casi e questioni [approfondisci]
L’inquadramento degli illeciti in una dimensione più ampia di quella domestica risulta imprescindibile per la salvaguardia del sistema agroalimentare e per il consolidamento della protezione di beni giuridici fondamentali, riferibili non solo al consumatore, alla sua salute e alle libere e consapevoli scelte di acquisto, ma anche agli operatori e alle imprese, per la difesa della leale concorrenza e del buon andamento del mercato. È auspicabile, allora, una crescente interazione tra disciplina interna ed European Food Law, a vantaggio delle risultanze ufficiali degli organi di controllo e a garanzia dell’efficacia degli esiti processuali.
A framework of crime in a wider dimension than domestic law is essential for the preservation of the agri-food system and for the consolidation of the protection of fundamental legal goods, not only relating to the consumer, its health and free and informed purchasing choices, but also to operators and companies, for the protection of fair competition and good market performance. It is desirable, then, a growing interaction between internal discipline and European Food Law, to the advantage of the official findings of the control bodies and to ensure the effectiveness of the procedural outcomes.
IRENE CANFORA
Le pratiche commerciali sleali nella filiera agroalimentare alla luce della giurisprudenza della Corte di giustizia dell’UE [approfondisci]
Il saggio ripercorre la relazione tra le regole dell’organizzazione comune di mercato e le regole della concorrenza nel settore agricolo, al fine di inquadrare la giurisprudenza della Corte di giustizia dell’UE che si è occupata sino ad oggi di questioni relative a pratiche commerciali sleali nella filiera agroalimentare. Alla luce della recente giurisprudenza della Corte, si vuole delineare una traccia interpretativa per l’inquadramento delle pratiche commerciali sleali nella filiera agricola e alimentare di cui alla direttiva n. 633/2019, nel quadro normativo dell’Unione europea e nella sua attuazione a livello nazionale.
The paper examines the relationship between Common Market Organization rules and competition rules applicable to the agricultural sector, with the goal to frame the EU Court of Justice case law examined until now, concerning unfair trading practices in the agri-food chain. In the light of the recent case law of the Court of Justice, the Author aims to draw a line of interpretation of the unfair trading practices as regulated by the directive No 633/2029, in the framework of the European Union law and for the purpose of its implementation at national level.
SONIA CARMIGNANI
L’agricoltura resiliente e le sfide della giustizia climatica [approfondisci]
Il tema dei cambiamenti climatici è affrontato nell’ottica delle reciproche interazioni tra attività agricola e cambiamenti climatici, individuando i possibili interventi sul lato della domanda e sul lato dell’offerta per raggiungere l’obiettivo della mitigazione dei cambiamenti climatici, da un lato, e della costruzione di un’agricoltura resiliente dall’altro. Nella prospettiva aperta dalla nuova PAC in ordine al ruolo dell’agricoltura nella lotta ai cambiamenti climatici, la valutazione dell’impatto delle politiche nazionali sul clima è valutata alla luce della giustiziabilità dei diritti che ai cambiamenti climatici sono connessi. La giustizia climatica sembra poter svolgere il ruolo di garanzia di un sistema di interventi climate smart in agricoltura, nel quale la necessità di delineare obiettivi sfidanti sia connesso all’esigenza di abilitare il comparto agricolo come attore protagonista nelle strategie climatiche di adattamento e di mitigazione nella prospettiva di dare piena attuazione alle finalità economiche e sociali dell’art. 39 TFUE.
The issue of climate change is addressed from the point of view of the reciprocal interactions between agricultural activity and climate change, identifying possible interventions on the demand side and on the supply side to achieve the goal of climate change mitigation, on the one hand, and of building resilient agriculture on the other. In the perspective opened up by the new CAP regarding the role of agriculture in the fight against climate change, the assessment of the impact of national policies on the climate is assessed in the light of the justification of the rights connected to climate change. Climate justice seems to be able to play the role of guaranteeing a system of climate smart interventions in agriculture, in which the need to outline challenging objectives is connected to the need to enable the agricultural sector as a leading player in climate adaptation and mitigation strategies in the prospect of fully implementing the economic and social purposes of art. 39 TFEU.
STEFANO MASINI
Le pratiche commerciali sleali nel d.lgs. n. 198 del 2021: tra implicazioni teoriche e prime applicazioni [approfondisci]
Il d.lgs. 8 novembre 2021, n. 198 Attuazione della direttiva (UE) 2019/633 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 aprile 2019, in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola e alimentare nonché dell’art. 7 della l. 22 aprile 2021, n. 53, in materia di commercializzazione dei prodotti agricoli e alimentari, intende regolare le relazioni della filiera agroalimentare, rimuovendo l’esposizione del fornitore all’effettivo condizionamento della controparte che si trovi in posizione di supremazia. A più di un anno dall’entrata in vigore del decreto legislativo in essere, è possibile una prima valutazione in ordine alla sua applicazione condotta attraverso il numero limitato di denunce presentate dagli operatori a fronte di un’intensa attività di indagine e controllo disposta di propria iniziativa dall’Autorità designata.
Legislative Decree No. 198 of 8 November 2021 Attuazione della direttiva (UE) 2019/633 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 aprile 2019, in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola e alimentare nonché dell’articolo 7 della legge 22 aprile 2021, n. 53, in materia di commercializzazione dei prodotti agricoli e alimentari, intends to regulate relations in the agri-food supply chain, removing the supplier’s exposure to the effective conditioning of the counterparty that is in a position of supremacy. More than a year after the entry into force of the current legislative decree, it is possible to make an initial assessment of its implementation conducted through the limited number of complaints filed by operators in the face of intensive investigation and monitoring activities arranged on its own initiative by the designated Authority.
MARIO MAURO
Il benessere animale nel quadro delle fonti internazionali ed europee: una nozione dal contenuto complesso [approfondisci]
Il benessere animale è da tempo entrato nel linguaggio giuridico. Oltre all’art. 13 TFUE che richiede di tenere conto degli animali «in quanto esseri senzienti», l’espressione ritorna anche in diverse fonti derivate, sia di portata generale, sia di rilevanza settoriale, sia nella nuova PAC. Una relazione del Parlamento europeo di febbraio 2022 bolla però l’attuale legislazione come datata, derogatoria, eccezionale e vaga, senza garanzie specifiche e livelli di tutela minimi garantiti. Anche per questo motivo, e nel contesto della strategia sulla sostenibilità, dal 2017 sono stati pubblicati diversi atti di soft law, culminati nella strategia «From farm to fork» e nell’impegno riformatore ivi assunto dalla Commissione. Sorgono così nuove questioni e interrogativi. Nel dipanarsi tra interessi riconducibili al diritto alimentare e ambientale, il benessere animale sembra condizionare il funzionamento della filiera, incidendo sempre di più sulle regole di produzione primaria. Rileva poi una qualità, legata al processo produttivo e fondata su basi scientifiche, che possa essere percepita, senza dare spazio a pratiche sleali. Si richiedono dunque certezze, che l’attuale situazione normativa non sempre presenta e la cui assenza nel mercato globale potrebbe causare distorsioni, aprire i confini a importazioni di dubbia provenienza e confondere il consumatore, così rischiando di compromettere quegli obiettivi collettivi cui il benessere animale contribuisce.
Animal welfare has been introduced for some time in the legal language. In addition to the art. 13 TFEU, which requires to consider the animals as «sentient beings», the following expression also returns in various European legal sources, both of general application, sector regulation, and in the new CAP. However, a report by the European Parliament in February 2022 stigmatized the current legislation as outdated, waiver-clause, exceptional and vague, without specific guarantees and minimum warranty protection standards. Also, for this reason, in the context of the EU sustainable development strategy, since 2017 several soft law acts have been published, culminating in the From farm to fork strategy, where the Commission undertook a reforming commitment. Thus, new issues and challenges arise. Sorting out between the food and environmental law interests, animal welfare seems to influence the supply chain functioning, increasing her impact on the primary production rules. It also suggest a quality linked to the production process and built on scientific bases, which can be perceived by consumers, without giving room to unfair practices. Therefore, certainties are needed. The current regulatory situation does not always bring forward certainties, and its absence in the global market could cause distortions, open the borders to imports of dubious origin and confuse the consumer, thus risking to compromise those common goals to which animal welfare contributes.
VINCENZO PACILEO
Una modesta risposta sulla procedura estintiva delle contravvenzioni alimentari [approfondisci]
Lo scritto intende offrire un punto di vista diverso rispetto alle critiche sollevate contro il meccanismo di estinzione delle contravvenzioni alimentari introdotto dalla c.d. riforma «Cartabia». Se i critici pongono l’accento sul depotenziamento della tutela della sicurezza in campo alimentare che ne conseguirebbe, si osserva «modestamente» che ciò non pare del tutto esatto e che la riforma è in grado di portare dei vantaggi sul piano della regolarizzazione delle accertate non-conformità. Piuttosto, è vero che il testo di legge presenta dei difetti tecnici, che sarebbe opportuno fossero corretti. Ma lo scopo principale dello scritto resta quello di stimolare il dibattito su una innovazione comunque importante.
The script wants to give a different point of view in regard to the disapprovals of the reform «Cartabia» on food crimes. The critics underline the effect of weakening the protection of consumers. This does not seam completely exact, because the reform is able to bring some advantages, compelling to remedy the violation and reducing the trials. On the other hand, it is true that the legislative text has some technical flaws, to be possibly corrected. In any case, the main goal is to stimulate a debate upon this important innovation.
ROBERTO SAIJA
Diritto agrario e alimentare: alla ricerca di una nuova sistematicità? [approfondisci]
L’A. tenta una ricostruzione del diritto agrario sin dalle sue origini, quando la disciplina si separò formalmente dal diritto civile e da quello commerciale per poi confluire nell’alveo codicistico nel 1942. Dopo la fine del II conflitto mondiale, il diritto agrario, pur rimanendo ancora saldamente ancorato alle sue radici privatistiche, si sganciò dal codice civile nella c.d. età della decodificazione e di ciò sono tangibile testimonianza le diverse leggi sui contratti agrari fino alla l. 3 maggio 1982, n. 203. Il sistema delle fonti, tuttavia, è travolto e sconvolto dal passaggio dalla dimensione nazionale a quella sovranazionale con la comunitarizzazione fino alla globalizzazione. Gli anni Sessanta e Settanta del Novecento costituiscono un momento determinante fino agli anni Novanta con il Trattato di Marrakech e i suoi accordi. I mobili confini del diritto agrario hanno condotto a profondi e rivoluzionari cambiamenti che hanno spostato drasticamente il campo d’indagine della disciplina verso l’agroalimentare. Questo passaggio è delicato e, per quanto possa sembrare che la disciplina abbia subìto degli stravolgimenti, tanto da aver perso la sua originaria struttura, emerge che ha mantenuto una sua identità di fondo attraverso la teoria del ciclo biologico che ha accompagnato il diritto agrario sin dagli anni Settanta. Tale criterio rimane e riemerge ancor oggi nonostante la dimensione agroalimentare sia divenuta prevalente. Ciò risulta da alcuni provvedimenti del legislatore europeo che riportano e mantengono questa materia inglobata nel ciclo vitale e per quanto i cambiamenti possano apparire rivoluzionari e «disordinanti», si finisce sempre per recuperare una sorta di filo conduttore che accompagna le tante e variegate tappe attraverso cui si è evoluta una disciplina sempre soggetta ai progressi della scienza ai quali non può e non vuole restare insensibile. L’innovazione tecnologica, nell’agricoltura e nell’alimentazione, condiziona il diritto e lo trasforma. È così che assistiamo al passaggio dal diritto agrario al diritto agroalimentare, a un nuovo meccanismo delle fonti che diventa necessariamente multilivello ma la natura e la vita in tutte le forme (umana, animale e vegetale) rimangono il criterio guida al quale ancorarsi in questo continuo e incessante dibattersi tra tradizione e innovazione.
The Author attempts a reconstruction of agricultural law from its origins, when the discipline formally separated from civil and commercial law and then merged into the Code in 1942. After the end of the Second World War, agricultural law, although still remaining firmly anchored to its private roots, it disengaged itself from the civil code in the age of decoding and the various laws on agricultural contracts are tangible evidence of this up to the law of 3 May 1982, No. 203. The system of sources, however, is overwhelmed and upset by the transition from the national to the supranational dimension with communitarization up to globalization. The sixties and seventies of the twentieth century constitute a decisive moment until the nineties with the Treaty of Marrakech and its agreements. The mobile borders of agricultural law have led to profound and revolutionary changes that have drastically shifted the field of investigation of the discipline towards the agri-food sector. This passage is delicate and, although it may seem that the discipline has undergone upheavals, so much so that it has lost its original structure, it emerges that it has maintained its basic identity through the theory of the biological cycle which has accompanied agricultural law since the seventies. This criterion remains and still re-emerges today despite the fact that the agri-food dimension has become prevalent. This results from some provisions of the European legislator which bring back and keep this matter incorporated in the life cycle and however revolutionary and «disorderly» the changes may appear, we always end up recovering a sort of common thread that accompanies the many and varied stages through which a discipline has evolved which is always subject to the progress of science to which it cannot and does not want to remain insensitive. Technological innovation, in agriculture and food, conditions the law and transforms it. This is how we witness the transition from agricultural law to agri-food law, to a new mechanism of sources which necessarily becomes multilevel but nature and life in all forms (human, animal and vegetable) remain the guiding criterion to which to anchor in this continuous and incessant debate between tradition and innovation.
OSSERVATORIO
IL PRECEDENTE
NICOLETTA FERRUCCI
Osservazioni a margine di una pronuncia giurisprudenziale in materia di taglio di un albero in area urbana [approfondisci]
Traendo spunto da una recente pronuncia del giudice amministrativo, il lavoro pone a confronto il modus operandi adottato dalle amministrazioni comunali in materia di forestazione urbana, con l’evoluzione della ricerca scientifica, con il trend delle indicazioni di hard e soft law sul ruolo strategico e imprescindibile che la forestazione urbana riveste tra le Nature Based Solutions, e con una nuova consapevolezza collettiva del bisogno umano fondamentale di connessione con la natura urbana.
Drawing on a recent decision of the Administrative Court, the work compares the modus operandi adopted by the municipalities in the field of urban forestry with the evolution of scientific research, with the trend of hard and soft law indications on the strategic and essential role that urban forestation plays among Nature Based Solutions, and with a new collective awareness of the fundamental human need for connection with the urban nature.