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L’approccio degli italiani al cibo. La dimensione simbolica del cibo

Il cibo costituisce da sempre per gli esseri umani la fonte primaria di energia e di conseguenza il primo bisogno ed il primo obiettivo di ricerca. In origine il cibo è stato quindi l’elemento cardine della lotta per la sopravvivenza.

Nel corso della sua storia l’uomo è stato inizialmente raccoglitore di frutti. Era la fase del vagabondaggio alimentare, durante la quale ciascun essere umano si spostava di continuo alla ricerca di cibo ed affrontava quello di procurarselo come un problema personale. Successivamente l’uomo è diventato cacciatore, con la più importante conseguenza sociale che ne è derivata: l’inizio della collaborazione con gli altri individui per catturare, uccidere e trasportare le prede ed in seguito spartirle. L’alimentazione è divenuta un’attività sociale dando origine al commensalismo.

Un altro momento cruciale nel rapporto tra l’uomo ed il cibo va individuato nella nascita dell’agricoltura, circa 10.000 anni fa, quando l’essere umano ha assunto una posizione attiva rispetto alla natura. L’agricoltura permette l’orientamento ad una produzione alimentare specializzata, in cui gli agricoltori hanno il compito di procurare il cibo e gli altri individui possono dedicarsi ad altre attività. L’organizzazione agricola permette inoltre di fare scorte di cibo.

Oltre a rispondere ad un bisogno umano primario, il cibo abbraccia d’altra parte anche dimensioni simboliche e culturali. Quello del cibo è un tema con ricadute economiche, sociali, ambientali, demografiche.

 

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Raffaella Saso