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Weekly Economic Monitor

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31 gennaio 2020


Il punto

La riunione del FOMC ha mantenuto i segnali di pausa sui tassi e di proseguimento del dibattito sugli strumenti e sulla strategia di politica monetaria. Nel secondo trimestre gli acquisti di T-bill rallenteranno, mirando ad avere un livello di riservedurevolmente ampio”, che permetta una gestione regolare della liquidità senza un “uso attivo” di repo.
Successivamente, il sentiero degli acquisti di titoli sarà guidato dall’andamento delle passività del bilancio della Fed.
Per quanto riguarda i rischi, secondo Powell ci sono ragioni per un “cauto ottimismo”, ma pesa l’incertezza dell’epidemia di coronavirus e delle sue conseguenze macroeconomiche.
A nostro avviso, non si modifica il bias verso il basso per i tassi e la modalità “preventiva” dell’azione della Fed.
Regno Unito: oggi l’uscita dall’Unione Europea, ma gli effetti pratici sono rinviati a fine anno. La Banca d’Inghilterra conferma i tassi invariati, pur lasciando la porta aperta a possibili ritocchi.

 

I market mover della settimana

Nell’area euro, sono in calendario i dati di produzione industriale relativi all’ultimo mese del 2019 nei due principali Paesi dell’area: ci aspettiamo una correzione in Germania, dopo il balzo di novembre, mentre si potrebbe avere un altro mese di crescita, sia pur moderata, in Francia.
La seconda stima sugli indici PMI dovrebbe confermare la lettura preliminare, con un indice composito invariato rispetto al mese precedente (come risultato di un recupero nel manifatturiero e, viceversa, di un rallentamento nei servizi).
Le vendite al dettaglio nell’Eurozona sono viste correggere a dicembre dopo il balzo di novembre.
Infine, l’inflazione italiana potrebbe rallentare di un decimo a gennaio, anche per via del calo delle tariffe sull’elettricità.
La settimana ha molti dati di rilievo in uscita negli Stati Uniti.
Il focus sarà sull’employment report di gennaio, che dovrebbe mostrare una crescita di occupati intorno a 140 mila, con il manifatturiero frenato dagli effetti del blocco produttivo di Boeing, tasso di disoccupazione stabile a 3,5% e dinamica salariale in moderato aumento.
Gli indici ISM di gennaio dovrebbero dare indicazioni contrastanti, con il manifatturiero semprein territorio recessivo e il non manifatturiero in linea con espansione moderata.
Fra i dati di dicembre, la spesa in costruzioni è prevista in rialzo e il deficit commerciale in allargamento.

 


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