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Weekly Economic Monitor

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30 agosto 2019


Il punto

Stati Uniti: gli shock geopolitici complicano lo scenario economico e aumentano i rischi di rallentamento o recessione, sia a livello domestico, sia a livello globale.
Italia: l’accordo fra Movimento Cinque Stelle e PD per formare un nuovo governo ha dato una svolta inattesa alla crisi scatenata dalla Lega. Il cammino del governo non sarà facile: la maggioranza al Senato è risicata, malgrado l’appoggio promesso da altre forze politiche minori, e tutti e due i partiti hanno divisioni al loro interno. I mercati sono in attesa di conoscere il programma di governo soprattutto in materia economica.
L’esito della crisi è il migliore ipotizzabile nel breve termine per contenere il premio per il rischio Italia, perché rimuove dall’orizzonte gli scenari di uscita dall’Unione Monetaria e spiana la via a una relazione più costruttiva con l’Unione Europea.

 

I market mover della settimana

Nella zona euro, la seconda stima del PIL dell’Eurozona dovrebbe confermare il dato preliminare di 0,2% t/t, così come la seconda stima dei PMI di luglio dovrebbe confermare il PMI manifatturiero a 47,0 da 46,5, quello dei servizi a 53,4 da 53,2 e il composito a 51,8 da 51,5. Infine, le vendite al dettaglio dell’Eurozona sono attese contrarsi a luglio di 0,4% m/m da 1,1% m/m.
La prossima settimana, negli Stati Uniti, usciranno i principali dati di agosto.
Alla luce della comunicazione della Fed e degli sviluppi sul fronte della politica commerciale, la probabilità (circa 100%) di un taglio di 25pb alla riunione del FOMC di settembre la prossima settimana non dipenderà dall’evoluzione congiunturale.
L’employment report dovrebbe essere sempre positivo, ma dovrebbe anche confermare il graduale rallentamento della dinamica occupazionale, pur in presenza di un tasso di disoccupazione sui minimi da fine 1969.
Gli indici ISM dovrebbero dare indicazioni di espansione dell’attività in rallentamento nella parte finale dell’anno.
Il Beige Book dovrebbe dare un quadro di crescita moderata, e sottolineare i timori delle imprese per gli sviluppi sul fronte dei dazi.
Fra i dati di luglio, la spesa in costruzioni dovrebbe rimbalzare modestamente dopo due mesi deboli e il deficit della bilancia commerciale dovrebbe essere marginalmente inferiore a quello di giugno.

 


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