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Weekly Economic Monitor

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28 giugno 2019


Il punto

La minaccia di un’estensione delle guerre commerciali americane continua a incidere sul clima di fiducia.
In più, l’atteso rallentamento del 2° trimestre, dopo un primo favorito da fattori transitori, alimenta timori sulle prospettive economiche europee.
Anche se i mercati obbligazionari paiono incorporare una valutazione troppo pessimistica delle prospettive, le Banche centrali si preparano comunque a reagire all’eventualità di sviluppi negativi inattesi.
Ciò dovrebbe garantire la continuazione di questa fase di espansione.

 

I market mover della settimana

Nell’area euro sono in uscita i dati di disoccupazione, che dovrebbero mostrare il tasso per l’Eurozona stabile al 7,6% a maggio, così come quello tedesco al 5,0% (dato di giugno), tra i più bassi dell’area; in Italia il tasso dei senza-lavoro potrebbe aumentare di un decimo.
La seconda lettura dei PMI di giugno dovrebbe confermare il composito a 52,1 da 51,8 di maggio, il manifatturiero a 47,8 da 47,7 e i servizi a 53,4 da 52,9.
L’aggregato M3 a maggio è atteso rallentare di un decimo al 4,6%.
Infine, le vendite al dettaglio dell’Eurozona sono attese crescere di 0,3% a maggio dopo il calo di -0,4% di aprile, rimanendo però in rotta per una contrazione nel secondo trimestre.
In settimana saranno pubblicati negli Stati Uniti i principali dati di giugno.
Il focus sarà sull’employment report e sugli indici ISM di giugno.
L’employment report dovrebbe mostrare una dinamica occupazionale più forte che a maggio, ma al di sotto della media dell’ultimo anno, il tasso di disoccupazione stabile al 3,6% e salari orari in rialzo di 0,3% m/m.
Gli indici ISM sono previsti in calo, con quello manifatturiero poco sopra 50 e quello non manifatturiero coerente con espansione moderata dell’attività. La spesa in costruzioni e il deficit commerciale di maggio dovrebbero essere in moderato aumento.

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