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Weekly Economic Monitor

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28 Gennaio 2022


Il punto

Il FOMC prepara la svolta e avvisa: il 2022 non è il 2015!
La riunione del FOMC si è conclusa con la preparazione della svolta dei tassi per marzo e con un messaggio inequivocabilmente hawkish.
I rischi per l’inflazione sono verso l’alto e il mercato del lavoro è “molto sotto pressione”.
La Fed sarà “agile e umile” nel rispondere all’evoluzione dei dati, con un ritmo di rialzi potenzialmente più rapido che nel ciclo precedente.
La riduzione del bilancio dovrebbe iniziare fra un paio di riunioni.
I rischi per i tassi sono verso l’alto nella parte centrale dell’anno, con la possibilità di più di 4 rialzi nel 2022, attuati a riunioni consecutive in primavera e in estate.
Non sono da attendersi modifiche al quadro di politica monetaria, in occasione della prossima riunione della Banca Centrale Europea (3 febbraio).
Il programma annunciato in dicembre sarà modificato soltanto a fronte di deviazioni significative dallo scenario dello staff (calo più lento dell’inflazione o tensioni salariali inaspettatamente forti).

 

I market mover della settimana

In area euro la settimana entrante è particolarmente ricca di dati rilevanti.
Le stime di contabilità nazionale dovrebbero riportare una marcata frenata del PIL nel 4° trimestre in Italia e nel complesso dell’Eurozona, mentre i primi dati sull’attività industriale di dicembre potrebbero evidenziare un rimbalzo della produzione in Francia e un contenuto incremento degli ordinativi in Germania.
Le rilevazioni sui prezzi al consumo di gennaio sono invece attese far registrare un aumento dell’inflazione in Italia e un calo in Germania, Francia e Eurozona.
I dati occupazionali di dicembre dovrebbero infine evidenziare un calo del tasso dei senza lavoro in Eurozona e una stabilizzazione in Italia; in Germania il tasso di disoccupazione è atteso invariato a gennaio.
Negli Stati Uniti, il focus sarà sull’employment report di gennaio, che dovrebbe essere indebolito dagli effetti di Omicron sull’occupazione e sulla forza lavoro. Il tasso di disoccupazione potrebbe scendere a 3,8%, mentre la dinamica salariale dovrebbe accelerare ulteriormente.
Gli indici ISM a gennaio dovrebbero subire correzioni moderate, ma continuare a segnalare espansione dell’attività e pressioni verso l’alto sui prezzi.
La spesa in costruzioni a dicembre è prevista in rialzo solido.

 


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