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Weekly Economic Monitor

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28 febbraio 2020


Il punto

Tutte le indagini europee di fiducia sono state migliori del previsto, in febbraio.
Gli indici sarebbero coerenti con una netta riaccelerazione della crescita del PIL.
Le prime settimane di notizie sulla COVID-19, quindi, non sono bastate a incrinare il clima di fiducia, neppure nella componente delle aspettative. Tuttavia, la presenza della COVID-19 in Italia è diventata di dominio pubblico soltanto da una settimana, e focolai non sono esclusi in altri Paesi.
L’adattamento degli indici di fiducia è soltanto rinviato a marzo. In ogni caso, gli impatti saranno di breve durata e, quindi, irrilevanti dal punto di vista della politica monetaria.
La Fed ha mantenuto un atteggiamento cauto riguardo ai possibili effetti degli shock negativi di inizio 2020, l’epidemia di COVID-19 e il blocco produttivo di Boeing. Con i dati di febbraio inizieranno a emergere maggiori informazioni che indurranno un atteggiamento più dovish da parte del FOMC. È possibile che la Fed si trovi a inseguire di nuovo la correzione dei mercati, nel caso in cui l’inversione della curva e il calo dell’azionario proseguano per un periodo prolungato.
È però ancora presto per prevedere una svolta esplicita da parte della Fed, che richiederebbe maggiori segnali di indebolimento diffuso, ancora incerti e comunque difficilmente evidenti prima del 2° trimestre.

 

I market mover della settimana

Nell’area euro, il dato principale sarà la stima dell’inflazione di febbraio, che è vista in rallentamento all’1,2%.
Sempre nell’eurozona, a gennaio, la disoccupazione è attesa stabile, mentre le vendite al dettaglio non recupereranno il deciso calo di dicembre. La seconda stima dei PMI di febbraio è vista confermare gli indici in recupero.
In Italia, il deficit 2019 dovrebbe risultare sotto controllo; i dettagli sul calo del PIL a fine 2019 dovrebbero evidenziare il ruolo decisivo svolto dalle scorte; la disoccupazione è vista in lieve aumento a gennaio.
I principali dati in uscita negli Stati Uniti riguardano il mese di febbraio e saranno informativi per valutare i primi effetti degli shock di inizio 2020.
Gli indici ISM manifatturiero e non manifatturiero dovrebbero correggere, rafforzando la previsione di rallentamento della crescita del PIL nel 2020T1.
L’employment report, pur restando positivo, dovrebbe mostrare un rallentamento della dinamica occupazionale. Fra i dati di gennaio, il deficit della bilancia commerciale dovrebbe ampliarsi, delineando un contributo negativo delle esportazioni nette, e la spesa in costruzioni è attesa in rialzo, spinta anche dal clima più mite della media stagionale.
Il Beige Book potrebbe dare informazioni nuove sugli effetti del COVID-19 e del blocco produttivo di Boeing sull’attività di febbraio.

 


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