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Weekly Economic Monitor

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27 settembre 2019


Il punto

L’economia dell’Eurozona continua a dare segnali negativi sul fronte dei dati, anche se con qualche piccola sorpresa positiva che lascia accesa la speranza di osservare nei prossimi mesi unpunto di svolta. Nel breve termine, comunque, aspettiamoci un nuovo rallentamento del PIL e tagli alle stime di consenso, che ci paiono ancora troppo ottimistiche.
Brexit: i convulsi sviluppi politici britannici rendono probabile una nuova richiesta di proroga di tre mesi, malgrado il Primo Ministro continui a negarne la necessità e non sia considerato impossibile aggirare la richiesta del Parlamento.

I market mover della settimana

Nella zona euro, saranno diffusi i dati di inflazione e disoccupazione per la media eurozona e per i principali Paesi. Il CPI è visto stabile all’1% a settembre nella media dell’area così come in Germania, mentre è atteso in salita di due decimi (allo 0,7% armonizzato) in Italia. La disoccupazione dovrebbe rimanere invariata sia nell’eurozona che in Germania che in Italia. Infine, la seconda stima degli indici PMI di settembre dovrebbe confermare il calo generalizzato sia nel manifatturiero che nei servizi.
I dati di settembre in uscita negli Stati Uniti dovrebbero dare un quadro di continua espansione, ma a ritmi gradualmente più moderati. L’ISM manifatturiero dovrebbe tornare marginalmente sopra 50, limitando i timori di svolta ciclica imminente, mentre l’indice non-manifatturiero è previsto in modesta correzione dai livelli molto elevati visti ad agosto. L’employment report dovrebbe confermare il rallentamento della dinamica occupazionale verso ritmi vicini a 140 mila posti al mese, il tasso di disoccupazione dovrebbe tornare a 3,6% sulla scia di una possibile correzione del tasso di partecipazione. Il mercato del lavoro resta al pieno impiego ma l’occupazione dovrebbe rispondere alla scarsità di offerta e alla moderazione della domanda.

 


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