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Weekly Economic Monitor

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27 marzo 2020


Il punto

Eurozona: il calo di attività nel 2° trimestre potrebbe essere a due cifre, a giudicare da quanto l’INSEE ha riportato per la Francia. Se il fermo non sarà troppo lungo, ciò non pregiudicherà la possibilità di rimbalzo. Ma servono misure fiscali di salvaguardia.
Lo stimolo fiscale sale al 2% del PIL nell’Eurozona. La Germania ha presentato una manovra straordinaria da 120 miliardi, oltre a rivedere drasticamente al ribasso la stima delle entrate.
Altri paesi potenzieranno il proprio sforzo nelle prossime settimane.
Eurogruppo pronto a lanciare una ECCL a condizioni modificate, che spianerebbe la strada anche al lancio delle OMT da parte della BCE. La BCE, da parte sua, ha confermato l’ampia flessibilità operativa del PEPP.
Stati Uniti – L’economia al tempo di COVID-19: violenta contrazione trimestrale del PIL attesa nel 2° trimestre, collasso del mercato del lavoro mai visto prima, risposte di policy impensabili fino a una settimana fa.

 

I market mover della settimana

Nell’area euro, i dati in calendario mostreranno solo in parte gli effetti dell’emergenza COVID-19.
L’indagine della Commissione UE e la seconda stima dei PMI di marzo confermeranno un primo forte impatto sulla fiducia, particolarmente delle imprese dei servizi (che potrebbe diventare più pronunciato, anche nell’industria, ad aprile). L’inflazione è vista in deciso calo spinta dall’energia, a 0,6% a/a per la media dell’Eurozona.
Negli Stati Uniti verranno pubblicati i principali dati di marzo, ma in parte saranno già obsoleti. Il focus sarà sui nuovi sussidi di disoccupazione, attesi ancora su livelli eccezionali dopo i 3,283 mln della settimana precedente. L’employment report di marzo, irrilevante perché basato su dati raccolti prima dello scoppio dell’epidemia in USA, dovrebbe registrare un moderato aumento di occupati e un tasso di disoccupazione poco variato.
Gli indici ISM di marzo dovrebbero seguire le altre indagini, con un crollo su minimi storici per il non manifatturiero e una correzione più modesta per il manifatturiero. Anche la fiducia dei consumatori a marzo dovrebbe essere in violento calo, verso i livelli registrati durante la crisi finanziaria.

 


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