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Weekly Economic Monitor

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23 novembre 2018


Il punto

La Commissione Europea richiede l’avvio di una procedura per disavanzo eccessivo (EDP) contro l’Italia, che potrebbe forse partire a gennaio. L’unico altro Paese in EDP è la Spagna, che però finora non ne ha particolarmente risentito. In realtà, la vera preoccupazione dovrebbe essere quella di preservare la fiducia degli investitori.
Lo scarso risultato del BTP Italia mostra che neppure il sostegno dei risparmiatori può essere dato per scontato, e che servono politiche di bilancio in grado di ricevere la fiducia degli investitori per garantirlo.
Brexit: domenica 25 si svolgerà la riunione straordinaria del Consiglio Europeo per concludere l’accordo con il Regno Unito. Poi si giocherà la partita più difficile, quella della ratifica parlamentare.

 

I market mover della settimana

Nella zona euro il focus sarà sulle indagini di fiducia che forniranno informazioni nuove sullo stato di salute dell’economia area euro dopo il rallentamento inatteso dei mesi estivi.
Prevediamo un IFO stabile, un calo della fiducia presso le imprese in Italia a 104,6.
Anche l’indice della Commissione UE ESI è visto flettere ancora a novembre a 109,6 da 109,8 sul peggioramento della fiducia presso le famiglie.
Nel complesso, le indagini dovrebbero essere ancora coerenti con un ritmo di crescita dell’economia euro zona leggermente al di sopra del potenziale (1,4/ 1,5%) nei prossimi trimestri. Le indagini di novembre sono le ultime che la BCE avrà a disposizione per la valutazione dello scenario macro prima della riunione di metà dicembre.
Nel contempo verranno pubblicate le stime di inflazione di novembre. A causa della brusca frenata del prezzo del greggio ci aspettiamo un rallentamento dell’inflazione due decimi in Germania (al 2,2%) e in Francia al 2,3%, di un decimo in Spagna (al 2,2%) e una lettura stabile in Italia (1,7% sulla misura armonizzata). Nella media area euro l’inflazione è attesa rallentare di due decimi al 2,0% da un precedente 2,2% in parte sul rallentamento dell’energia ma anche per una frenata temporanea dell’inflazione core all’1,1% da un precedente 1,3%.
La stima dettagliata sul PIL italiano farà luce sulle cause del rallentamento inatteso dei mesi estivi. La nostra previsione è di contributo nullo sia della domanda interna che del commercio estero.
La settimana ha diversi dati di rilievo in uscita negli Stati Uniti.
Il focus sarà sui verbali della riunione del FOMC di novembre, che dovrebbero aprire la strada al rialzo dei tassi atteso per dicembre.
Per i dati, a novembre la fiducia dei consumatori dovrebbe correggere moderatamente.
A ottobre, spesa e reddito personali dovrebbero essere in aumento sostenuto, il deflatore core in rialzo moderato (0,2% m/m), le vendite di nuove case in ripresa temporanea dopo il calo di settembre dovuto all’uragano Florence, e il deficit commerciale dei beni dovrebbe ampliarsi ulteriormente.
La seconda stima del PIL del 3° trimestre potrebbe vedere una marginale revisione verso l’alto.

 


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