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Weekly Economic Monitor

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22 febbraio 2019


Il punto

Quanto male va l’economia globale?
Le previsioni di consenso incorporano un’ipotesi di ripresa nel corso del 2019 e le indagini congiunturali e gli indici di commercio mondiale per ora descrivono un episodio di rallentamento di portata simile al 2015.
Tuttavia, il peggioramento del clima di fiducia fra le imprese è molto più ampio rispetto a quello di quattro anni fa. Ciò riflette l’addensarsi di fattori di incertezza, per lo più dai possibili effetti negativi.
Lo scenario di riaccelerazione è legato a un’evoluzione molto favorevole di tali fattori e non può essere dato per scontato.
Verbali FOMC: consenso sulla pausa dei tassi e sulla conclusione del programma di disinvestimento titoli nella seconda metà dell’anno.
L’atteggiamento paziente del FOMC è giustificato da un accumularsi di rischi (crescita globale debole, dazi, incertezza, shutdown, condizioni finanziarie).
Il Comitato però è diviso sul sentiero atteso per i tassi.
I verbali suggeriscono che il grafico a punti dovrebbe essere più basso che a dicembre, ma ancora con una modesta inclinazione positiva.
Sul bilancio, il Comitato dovrebbe annunciare “entro breve” i tempi per l’interruzione del programma di riduzione del portafoglio e segnalare il livello desiderato delle riserve. È probabile che già da fine 2019 la Fed torni ad acquistare Treasuries.
I verbali della riunione BCE del 24 gennaio mostrano una crescente preoccupazione per l’estensione del rallentamento dell’economia europea.
Allo stesso tempo, però, l’orientamento prevalente era quello di evitare mosse affrettate, perché lo scenario ritenuto più probabile era comunque di riaccelerazione. Riguardo alle operazioni di rifinanziamento, il Consiglio sollecitava un rapido lavoro di analisi sulle opzioni operative, in modo da essere pronto ad agire in caso di bisogno.

I market mover della settimana

Nella zona euro il focus sarà sull’indagine della Commissione UE vista in aumento di tre decimi a febbraio (a 106,5) e sulla fiducia delle imprese italiane che potrebbe ancora perdere quota (a 99 da 99,2). Le prime stime dovrebbero mostrare un aumento dell’inflazione a febbraio di un decimo, all’1,5% nella media Eurozona, di due decimi in Spagna (all’1,2%) e Italia (all’1,1% a/a), tre decimi in Francia all’1,7% ma in calo di un decimo in Germania all’1,6%.
La disoccupazione è attesa stabile nella media area euro al 7,9%, livello che dovrebbe essere circa in linea con il NAIRU.
Le vendite al dettaglio sono attese in recupero a gennaio in Germania (+2,6% m/m) e Francia (+0,4% m/m).
La settimana ha diversi dati di rilievo negli Stati Uniti.
La stima advance del PIL, pubblicata con ritardo per via dello shutdown, darà informazioni sulla chiusura del 2018, con indicazioni di rallentamento della crescita dopo due trimestri molto forti.
La spesa personale a dicembre dovrebbe essere debole, come segnalato già dalle vendite al dettaglio, mentre il reddito personale di dicembre e gennaio è previsto in rialzo solido.
Il deflatore core di dicembre dovrebbe segnare un aumento di 0,1% m/m.
Sempre a dicembre, i cantieri residenziali dovrebbero essere circa stabili e il deficit della bilancia dei beni dovrebbe riallargarsi dopo la sorprendente chiusura di novembre.
La fiducia dei consumatori di febbraio dovrebbe essere in recupero, ma le aspettative dovrebbero continuare a segnalare che il trend della fiducia sarà più debole nel 2019 rispetto a quanto visto nel 2018.

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