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Weekly Economic Monitor

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21 febbraio 2020


Il punto

Stati Uniti. Il 2020 si è aperto con nuovi rischi per l’economia USA: l’epidemia di COVID-19 e il blocco produttivo di Boeing. Mentre è ancora presto per valutare gli effetti dell’epidemia cinese, per il blocco della produzione del 737 Max è possibile formulare stime delle ricadute di breve termine sul PIL USA.
Resta incerta la durata dello shock, ma è indubbio che il manifatturiero resta centrale come meccanismo di trasmissione dei rischi allo scenario USA.
Le prime indagini congiunturali di febbraio hanno evidenziato effetti della COVID-19 sugli ordini esteri, che in Giappone si sono sommati agli effetti sulla domanda interna dell’intervento fiscale, e sul clima di fiducia.
In Europa, invece, l’impatto è compensato dalla tenuta della domanda interna.
Le ripercussioni, però, si vedranno fino ai dati primaverili, in quanto la correlazione fra gli indici manifatturieri vede la Cina anticipare quelli europei di 3 mesi.

 

I market mover della settimana

Nell’Eurozona, entra nel vivo la tornata di indagini di fiducia relative al mese di febbraio (Ifo tedesco, INSEE francese, indici Istat in Italia e indagine Commissione UE per l’Eurozona): ci aspettiamo che i primi effetti del COVID-19 possano pesare in particolare sul morale delle imprese manifatturiere.
Il PIL tedesco dovrebbe confermare la stagnazione vista a fine 2019. Le stime flash di febbraio dovrebbero indicare che l’inflazione è calata di un decimo a 1,5% in Germania, a 1,6% in Francia e a 0,3% in Italia.
I principali dati in uscita negli Stati Uniti riguardano il mese di gennaio e non daranno quindi informazioni sugli effetti dell’epidemia di COVID-19. L’unico dato di febbraio è la fiducia dei consumatori, che dovrebbe confermarsi su livelli elevati e restare impermeabile all’incertezza collegata al coronavirus e alla fase pre-elettorale.
Fra i dati di gennaio, gli ordini di beni durevoli dovrebbero mantenersi deboli e risentire dei problemi di Boeing; la spesa e il reddito personale dovrebbero essere in aumento moderato, mentre l’inflazione dovrebbe restare contenuta; la bilancia commerciale dei beni a gennaio dovrebbe registrare un ampliamento del deficit, con flussi ancora negativi; le vendite di case nuove dovrebbero essere in netto rialzo sulla scia del clima mite e dei livelli sempre bassi dei tassi sui mutui.

 


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