Non bisogna attendersi conseguenze rivoluzionarie per le politiche europee dall’elezione del Parlamento Europeo del 23-26 maggio.
Il voto confermerà e rafforzerà l’avanzata dei movimenti euro-scettici, ma alla fine ciò che conta più di ogni altro fattore è la posizione degli Stati membri, che dimostra già da tempo visioni strategiche divergenti e difficilmente conciliabili riguardo alla direzione da prendere.
Per quanto riguarda le regole fiscali, la destra populista dell’Europa centrale ed orientale tende a essere fiscalmente molto conservatrice; anche per questo, ma non solo, è illusorio pensare a un ulteriore allentamento dell’interpretazione delle regole fiscali dopo l’applicazione molto accondiscendente degli ultimi anni.
Stati Uniti. L’amministrazione USA rinvia di sei mesi le decisioni sulle raccomandazioni del rapporto del Commerce Department sul settore auto, mirate a contrastare i presunti rischi per la sicurezza nazionale.
Questa scelta è dettata dal fatto che al momento sono aperti troppi fronti per la politica commerciale americana: i negoziati con la Cina sono ora lontani da una risoluzione, mentre quelli relativi ai trattati bilaterali con il Giappone e con l’UE sono in una fase iniziale.
L’incertezza legata a eventuali dazi e/o quote sul settore auto è solo rimandata all’autunno, non eliminata. La svolta impressa da Trump alla politica commerciale nel 2018 è qui per restare almeno fino al 2020.
I market mover della settimana
Nell’area euro il focus è sui verbali della riunione BCE di aprile in cerca di indizi sulle modalità operative delle TLTRO III.
Sul fronte dei dati gli indici IFO, INSEE e PMI dovrebbero segnalare un lieve miglioramento del manifatturiero in Eurozona dopo mesi di continua debolezza, in particolare in Germania. In assenza di un recupero degli indici di fiducia tra maggio e giugno la nostra stima di crescita del PILEurozona di 0,4% t/t in media nei mesi centrali dell’anno risulterebbe troppo ottimistica.
L’elezione del Parlamento Europeo si svolgerà fra il 23 e il 26 maggio, ma nella gran parte dei Paesi si voterà domenica 26.
La settimana ha pochi dati in uscita negli Stati Uniti e il focus sarà sulla pubblicazione dei verbali della riunione del FOMC di maggio. I verbali dovrebbero indicare consenso unanime per la fase attuale di “pazienza”, confermando anche che una solida maggioranza di partecipanti non vede motivi per avere bias né verso l’alto né verso il basso.
I principali dati della settimana saranno gli ordini di beni durevoli, che ad aprile dovrebbero essere deboli non solo per la componente trasporti ma anche per le altre voci. Le vendite di case nuove ed esistenti di aprile dovrebbero dare segnali positivi, e confermare un moderato trend verso l’alto, spinto anche dal calo dei tassi sui mutui.
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