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Weekly Economic Monitor

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16 Dicembre 2022


Il punto

La BCE ha alzato i tassi di 50pb, la minore delle opzioni plausibili, ma allo stesso tempo ha segnalato che i mercati non stanno adeguatamente scontando il potenziale di rialzo dei tassi ufficiali nei prossimi mesi; ci saranno altri aumenti “significativi”, condotti a passo “sostenuto.
Inoltre, la riduzione del portafoglio APP partirà a marzo.
FOMC: rialzi più lenti, tassi più alti.
La riunione del FOMC si è conclusa con un rialzo dei fed funds di 50pb a 4,5% e uno spostamento verso l’alto del grafico a punti, con un picco a 5,25% e una svolta nel 2024.
Dal 2023, a nostro avviso, si aprirà una fase di rialzi “normali”, da 25pb.
La velocità dei rialzi non è più importante, e il focus è ora sul punto di arrivo dei tassi e sulla durata della restrizione.
Il picco verrà deciso in base alla “totalità” dei dati in arrivo, tenendo conto anche dei ritardi della trasmissione della restrizione monetaria.

 

I market mover della settimana

Nell’area euro, la settimana pre-natalizia è piuttosto povera di indicatori congiunturali.
Il dato più importante in calendario è l’IFO tedesco, atteso in recupero per il terzo mese consecutivo a dicembre, così come la stima flash della fiducia dei consumatori diffusa dalla Commissione Europea (entrambi gli indicatori resterebbero comunque su livelli ben inferiori alla media di lungo periodo).
Nell’Eurozona la crescita dei salari dovrebbe aver accelerato durante l’estate mentre il dato sulla produzione nelle costruzioni in ottobre potrebbe beneficiare di temperature superiori alla media.
In calendario anche le stime finali sulla crescita del PIL nel 3° trimestre in Spagna e Paesi Bassi.
In settimana, negli Stati Uniti, saranno pubblicate le principali informazioni di novembre relative al settore immobiliare residenziale, con vendite di case e cantieri sempre in ampio calo.
Gli ordini di beni durevoli a novembre dovrebbero essere sostenuti dall’aeronautica civile, ma essere deboli negli altri comparti.
La spesa e il reddito personale a novembre dovrebbero aumentare a ritmi più contenuti rispetto a ottobre, mentre il deflatore dovrebbe confermare il rallentamento della dinamica mensile dell’indice core.

 


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