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29 Aprile 2024 – nota economica giornaliera

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha chiuso la settimana passata in lieve calo, ma con dinamica contrastata, in indebolimento giovedì sul PIL che ha rallentato più del previsto anche se segnali positivi sono giunti da deflatori, sussidi di disoccupazione e dati sul settore immobiliare, e in più che recupero venerdì sui deflatori dei consumi che hanno sorpreso verso l’alto.
Rispetto a mercoledì infatti la probabilità di mercato di un taglio dei tassi Fed in settembre è scesa da 88% a 76% di oggi.
La settimana entrante vedrà molti spunti importanti, dal FOMC di mercoledì, che dovrebbe rivelarsi una riunione interlocutoria ma dove potrebbe emergere più cautela sulla velocità di discesa dell’inflazione, all’employment report di venerdì dove si attende un rallentamento della crescita occupazionale, passando per la fiducia dei consumatori domani e l’ISM manifatturiero mercoledì previsti in lieve calo a fronte di un ISM non-manifatturiero venerdì atteso in lieve aumento.
La prospettiva di una svolta Fed meno vicina dovrebbe favorire il dollaro, ma solo in misura modesta se dagli altri dati non giungeranno sorprese verso l’alto.
Il calo del dollaro stamani è dovuto perlopiù al movimento di yen.

EUR – L’euro ha chiuso la settimana passata in modesto recupero da 1,06 a 1,07 EUR/USD, scendendo comunque nella giornata di venerdì perlopiù di riflesso alla salita del dollaro.
Rispetto a mercoledì è risalita da 60% a 68% la probabilità di mercato di un primo taglio dei tassi BCE a giugno, restando al 100% su luglio.
L’indice di fiducia dell’area stamani ha infatti deluso mostrando un calo contro attese di aumento.
Domani l’inflazione headline è attesa stabile ma la core in calo, mentre il PIL dovrebbe mostrare un recupero da 0% a 0,2%.
Salvo sorprese verso l’alto dall’inflazione l’euro dovrebbe ritrovarsi sulla difensiva, ma il downside appare limitato, a meno di delusioni dal PIL.
I driver USA continueranno comunque a incidere sul cambio.

GBP – La sterlina ha chiuso la settimana passata al rialzo contro dollaro da 1,22 a 1,25 GBP/USD anche grazie ai PMI servizi che hanno sorpreso in positivo e alcune dichiarazioni BoE non favorevoli a tagliare i tassi nel breve.
Da mercoledì a oggi infatti la probabilità di un primo taglio dei tassi BoE a maggio-giugno è scesa ancora da 8-40% a 7-32% restando a 88-100% su agosto-settembre.
In assenza di spunti propri di rilievo questa settimana, a parte il credito al consumo domani atteso in aumento e le stime finali dei PMI venerdì, la sterlina dovrebbe muoversi perlopiù di riflesso ai driver di dollaro, tendenzialmente stabilizzandosi.
Contro euro ha recuperato nell’ultima settimana da 0,86 a 0,85 EUR/GBP, aiutata dalla prospettiva che la BoE tagli i tassi dopo la BCE.

JPYLo yen è precipitato venerdì contro dollaro da 154 a 158 USD/JPY estendendo il calo questa notte a 160 USD/JPY, nuovo minimo dal 1990, penalizzato dalla decisione della BoJ venerdì di lasciare i tassi fermi venerdì dopo averli alzati a marzo e dall’assenza di segnali di voler ridurre rispetto ai programmi precedenti gli acquisti di JGB.
Stamani, presto, lo yen ha rapidamente recuperato fino ad un massimo di 154 USD/JPY, con un movimento che ufficialmente non è stato ancora chiarito ma sembra si possa trattare di un intervento valutario in difesa della valuta nipponica che segnalerebbe quota 160 USD/JPY come soglia critica.
Se il cambio dovesse tornare a superarla, è possibile che le autorità intervengano.
In ogni caso, cruciali per il cambio resteranno i rendimenti a lunga USA, il cui upside dovrebbe ormai essere limitato, anche in caso di svolta Fed a settembre.
Tuttavia, i rischi per lo yen restano verso il basso.