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Weekly Economic Monitor

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15 marzo 2019


Il punto

Brexit: terzo voto sull’accordo con l’UE il 20 marzo.
Gli euroscettici sono finalmente a un bivio: se bocciano ancora l’intesa, invece di ottenere una no deal exit, spingeranno il Governo a organizzare una serie di voti indicativi in Parlamento per verificare quale modello gode di maggior consenso, e la proroga dell’art. 50 sarà più lunga. Ma dovranno essere compatti perché l’accordo sia approvato.
L’UE fa da sponda al Governo, aprendo all’ipotesi di estensione lunga se il Regno Unito eleggerà i suoi parlamentari europei.

I market mover della settimana

Nella zona euro il focus sarà sulla stima flash dei PMI di marzo, che dovrebbe evidenziare una stabilizzazione dell’indice composito a 52,0, una persistente debolezza del manifatturiero a 49,5 da 49,3 e un consolidamento dell’indice per i servizi a 52,5.
L’indice ZEW potrebbe tornare a calare a marzo a 13 da -15 precedente, dato l’andamento incerto dei mercati. L’indice sulla situazione corrente è visto invariato a -13,4, ancora al di sopra della media di lungo termine.
La settimana ha pochi dati in uscita negli Stati Uniti e l’attenzione sarà concentrata sull’importante riunione del FOMC.
Il Comitato dovrebbe confermare la fase attendista sui tassi e potrebbe abolire il grafico a punti o limitarne ampiamente la portata, per evitare di dare guidance in una fase in cui il FOMC non vuole dare indicazioni sulla direzione futura dei tassi. L’indice della Philadelphia Fed a marzo dovrebbe rimbalzare tornando in territorio moderatamente espansivo dopo il sorprendente calo di febbraio.
Le vendite di case esistenti a febbraio dovrebbero essere in aumento, dando ulteriori segnali di una modesta ripresa del settore immobiliare residenziale.

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