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Weekly Economic Monitor

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03 Dicembre 2021


Il punto

Area euro – A novembre l’inflazione è salita molto più del previsto; continuiamo a pensare che il trend l’anno prossimo possa essere discendente, ma il CPI potrebbe rimanere sopra il 2% per gran parte del 2022.
Sul fronte della crescita, le indagini congiunturali di novembre hanno mostrato da un lato un’iniziale attenuazione dei colli di bottiglia dell’offerta che pesano sul settore industriale, dall’altro una inaspettata tenuta nei servizi; tuttavia, le survey non incorporano l’addensarsi delle misure restrittive anti-COVID che ha caratterizzato la parte finale del mese scorso, attese anzi intensificarsi nelle prossime settimane.
L’economia dell’Eurozona potrebbe vedere una sostanziale stagnazione sul finale d’anno.
Stati UnitiLa Fed cambia rotta: il rialzo dell’inflazione non è transitorio.
Powell ha chiarito che il rialzo dell’inflazione non può più essere considerato “transitorio” e che la stabilità dei prezzi è ora una condizione necessaria per soddisfare il mandato duale della Fed.
In arrivo, a nostro avviso, il raddoppio del ritmo del tapering alla riunione di dicembre, per chiudere il programma entro marzo 2022.

 

I market mover della settimana

Nell’area euro, la settimana è piuttosto povera di indicatori congiunturali.
L’indice ZEW di dicembre dovrebbe confermare il difficile momento dell’economia tedesca.
I dati sulla produzione industriale di ottobre in Germania e Italia daranno indicazioni miste.
La seconda lettura dell’inflazione tedesca confermerà l’accelerazione registrata nella stima flash.
Infine, la lettura finale del PIL Eurozona del 3° trimestre dovrebbe confermare la crescita vista nella stima preliminare.
Fra i pochi dati in uscita negli Stati Uniti questa settimana, spicca il CPI di novembre, atteso ancora in rialzo solido su base mensile, con l’inflazione core prevista a 4,8% a/a, spinta sia dai beni sia dai servizi, e indicazioni di crescente diffusione del trend verso l’alto anche al di fuori dei settori colpiti dalla pandemia.
La fiducia delle famiglie a dicembre dovrebbe proseguire sul sentiero in calo causato dai timori per l’inflazione e restare sui minimi dal 2011.
La bilancia commerciale di ottobre dovrebbe registrare una netta chiusura del deficit, grazie al rimbalzo delle esportazioni, e indicare un contributo positivo del canale estero alla crescita del 4° trimestre.
Il periodo di silenzio dalla Fed che precede la riunione del 15 dicembre lascerà stabili le aspettative di accelerazione del tapering confermate dalle audizioni di Powell.

 


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