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Weekly Economic Monitor

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01 Ottobre 2021


Il punto

ItaliaIl Governo ha approvato la Nota di Aggiornamento al DEF, che da un lato ha confermato il netto miglioramento del quadro di finanza pubblica (deficit 2021 rivisto a 9,4% da 11,8% del DEF, debito visto ora in calo quest’anno al 153,5%), dall’altro evidenzia che, anche grazie agli spazi fiscali venutisi a creare in forza della crescita superiore al previsto, il Governo intende mettere in atto una manovra espansiva sul triennio 2022-24 che vale l’1,2% del PIL per l’anno prossimo (circa 22 miliardi).
A nostro avviso, vi sono anzi ulteriori margini di miglioramento dei saldi quest’anno (non escludiamo che il deficit possa anche scendere sotto il 9%), mentre le assunzioni governative in merito alla crescita del PIL nel 2022-24 ci paiono moderatamente ottimistiche.
Stati Uniti – Rieccoci a un passo dallo schianto contro il limite del debito.
Se il Congresso non agirà entro il 18 ottobre per modificare il limite del debito con un rialzo o una sospensione, il Tesoro potrebbe non essere più in grado di onorare i propri impegni finanziari.
I repubblicani hanno caricato l’onere di un possibile default sulle spalle dei democratici, che dovranno scegliere il male minore fra le poche alternative disponibili.
È probabile un intervento sul limite del debito associato al pacchetto del Build Back Better Act da approvare con la procedura di reconciliation e i soli voti democratici.
Le alternative richiedono un minimo di cooperazione repubblicana, per ora improbabile: o un voto bipartisan in Senato, con probabilità circa nulla, o un mancato ostruzionismo, con probabilità comunque molto bassa.
In caso di schianto contro il limite, i costi economici e finanziari sarebbero massicci.

 

I market mover della settimana

Nell’area euro, la settimana è piuttosto povera di indicatori congiunturali.
La produzione industriale di agosto in Germania e Francia potrebbe risultare poco variata, confermando la debolezza del comparto manifatturiero, in difficoltà per il protrarsi delle strozzature lungo le filiere produttive.
Sempre ad agosto, gli ordini tedeschi sono attesi in lieve flessione.
Nello stesso mese, le vendite al dettaglio nell’Eurozona dovrebbero rimbalzare dopo il calo di luglio.
Infine, la lettura finale delle indagini PMI relative al mese di settembre dovrebbe confermare che il picco della ripresa è oramai alle spalle.
Negli Stati Uniti, l’agenda ha pochi dati in uscita, ma con l’employment report di settembre l’attenzione del mercato è garantita.
La variazione degli occupati dovrebbe essere poco più solida rispetto al dato relativamente deludente di agosto, ma non dovrebbe ostacolare l’avvio del tapering previsto per novembre.
Il tasso di disoccupazione dovrebbe scendere ulteriormente, a 5,1%, mentre i salari orari dovrebbero essere in rialzo sostenuto, sulla scia dell’eccesso di domanda che caratterizza il mercato del lavoro.
L’ISM dei servizi a settembre dovrebbe correggere, confermando un moderato rallentamento della crescita, sempre positiva, in seguito alla diffusione della variante Delta.
Il deficit della bilancia commerciale di agosto, previsto in allargamento, dovrebbe registrare gli effetti restrittivi dei colli di bottiglia all’offerta sulla dinamica del commercio internazionale.

 


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