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FOMC: è solo l’inizio di una lunga serie di rialzi

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a cura di Giovanna Mossetti


ABSTRACT

La riunione del FOMC si è conclusa con l’attesa svolta dei tassi e il rialzo di 25 pb preannunciata da Powell due settimane fa, ma l’elemento cruciale è stato l’ulteriore netto spostamento in direzione hawkish da parte di tutto il Comitato.
Il nucleo del messaggio di ieri è che per riportare l’inflazione sotto controllo la politica monetaria dovrà frenare la domanda, entrando in territorio restrittivo, con tassi al di sopra del livello neutrale.
La Fed è tornata al copione degli anni ’80.
Il comunicato rileva il continuo rafforzamento della crescita e dell’occupazione, con un “sostanziale” declino del tasso di disoccupazione.
L’inflazione è definita “elevata per via di squilibri fra domanda e offerta dovuti alla pandemia, ai prezzi energetici e a pressioni “più diffuse” sui prezzi.
L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia secondo il FOMC dovrebbe mettere ulteriore pressione verso l’alto sull’inflazione e pesare sull’attività economica.
Con questo scenario, il comunicato, come atteso, ha annunciato l’aumento di 25 pb dell’intervallo obiettivo del tasso dei fed funds a 0,25%-0,50% e prevede che saranno appropriati “continui” rialzi.
Inoltre, afferma che il Comitato sarebbe pronto ad aggiustare la politica monetaria come appropriato di fronte a eventuali rischi che impedissero il raggiungimento degli obiettivi.
Il voto non è stato unanime, ma ha registrato il dissenso di Bullard (St Louis Fed), che ha richiesto un rialzo di 50 pb.
Le proiezioni macroeconomiche parlano da sole.
Il quadro macro si può riassumere così: inflazione sempre sopra l’obiettivo, se pure in calo, in un contesto di crescita al di sopra del potenziale e disoccupazione sotto il livello di lungo termine su tutto l’orizzonte previsivo.
Nella conferenza stampa, Powell ha ripetuto più e più volte che l’economia è “molto forte”, il mercato del lavoro è “estremamente sotto pressione”, con un eccesso di domanda evidente dal fatto che ci sono 1,7 posizioni aperte per ogni disoccupato e superiori alla somma di occupati e forza lavoro non occupata.
Sull’inflazione, Powell ha affermato che la dinamica dei prezzi è molto al di sopra dell’obiettivo sulla scia di diversi fattori (domanda aggregata forte e strozzature all’offerta che generano squilibri, prezzi dell’energia in rialzo) ora amplificati dagli effetti della guerra.
Secondo il presidente della Fed, il rientro dell’inflazione è essenziale per garantire la sopravvivenza della ripresa ed è quindi un obiettivo dominante per la politica monetaria.
Il livello elevato dell’inflazione e le condizioni macroeconomiche sottostanti richiedono, a suo avviso, tassi in territorio restrittivo per frenare la domanda di beni e lavoro.
Nella discussione relativa alla velocità della rimozione dello stimolo, Powell ha sottolineato che ora la mediana prevede un rialzo (inteso di 25 pb) a ogni riunione, per un totale di 7 rialzi, quest’anno, ma ha aggiunto che, di fronte a un sentiero di inflazione che scende meno di quanto atteso, la Fed non esiterebbe ad accelerare.
Questo implica ovviamente la possibilità di rialzi di 50 pb.
Per quanto riguarda il bilancio, i pochi commenti emersi ieri hanno evidenziato che sono stati fatti grandi progressi sul programma da attuare che sarà “familiare” (cioè simile a quello del ciclo precedente), anche se più rapido.
Powell ha detto che ci saranno molte informazioni nei verbali e che “a una prossima riunione” verrà annunciato, potenzialmente già a maggio.
Secondo Powell, la riduzione del bilancio prevista dovrebbe avere un effetto analogo a un rialzo dei tassi.
In conclusione, la Fed ha finalmente preso sul serio la deriva inflazionistica in atto e la spirale salari/prezzi in via di consolidamento, spostando la politica monetaria in direzione potenzialmente restrittiva, e interrompendo la fase pluridecennale di politiche monetarie mirate ad alzare l’inflazione media sottostante.
Aggiungiamo 25 pb al nostro scenario dei tassi per il 2022, portando il rialzo complessivo a 175 pb e spostiamo in territorio restrittivo i tassi attesi nel 2023.
La restrizione monetaria e la valutazione dei progressi sull’inflazione avverranno mentre si trasmetteranno, con l’usuale ritardo, gli effetti della guerra in Ucraina sul ciclo mondiale.

 


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