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USA – Verbali FOMC: avanti verso il 5%, ma il picco è vicino

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a cura di Giovanna Mossetti


ABSTRACT

I verbali della riunione del FOMC di novembre hanno confermato le indicazioni emerse dalla conferenza stampa di Powell e sono, a nostro avviso, generalmente neutrali e meno dovish rispetto all’interpretazione del mercato. Dai verbali emergono tre messaggi, circa in linea con le aspettative, ma anche alcune sfumature rilevanti, e mantengono il FOMC su un sentiero di rialzi che dovrebbe raggiungere un picco intorno al 5% nel 1° trimestre 2023.
Con i tassi in territorio restrittivo, appare appropriato rallentare il ritmo dei rialzi => probabile intervento da 50 pb a dicembre.
La riduzione attesa del ritmo dei rialzi atteso da dicembre in poi è in linea con la conferenza stampa di Powell e con i discorsi dell’ultimo mese, e viene confermata con l’affermazione secondo cui “una maggioranza sostanziale dei partecipanti ha ritenuto che un rallentamento del ritmo di aumento sarebbe stato probabilmente presto appropriato.
Un ritmo più lento in queste circostanze consentirebbe al Comitato di valutare meglio i progressi compiuti verso gli obiettivi di massima occupazione e stabilità dei prezzi
”.
Per “vari partecipanti”, le proiezioni dei tassi sono più elevate rispetto a quelle di settembre => probabile spostamento verso l’alto del grafico a punti a dicembre.
I verbali sottolineano l’elevata incertezza dello scenario e l’importanza dei dati in arrivo ma, anche alla luce della persistenza dell’inflazione dei servizi, “vari partecipanti hanno osservato che, dato che l’inflazione non mostra ancora segni di diminuzione e che persistono gli squilibri di domanda e offerta nell’economia, la loro valutazione del livello finale del tasso dei fed funds che sarebbe necessario per raggiungere gli obiettivi del Comitato è un po’ più alta di quanto avessero previsto in precedenza”.
Aumenta la preoccupazione per un eccesso di restrizione => il consenso sul punto di arrivo (e forse sulla durata della pausa) è meno concentrato.
La discussione sul sentiero dell’inflazione rivela due aspetti.
Da un lato, i rischi per l’inflazione restano verso l’alto: “molti partecipanti” hanno sottolineato l’aumento delle pressioni, tipicamente persistenti, nei servizi e “alcuni” hanno notato che la combinazione di dinamica salariale elevata e bassa crescita della produttività non è coerente con l’obiettivo di inflazione al 2%.
Dall’altro lato, con i tassi su livelli restrittivi, la valutazione dei ritardilunghi e incerticon cui agisce la politica monetaria diventa cruciale e “molti” partecipanti ritengono che gli effetti della restrizione già attuata non si siano ancora manifestati.
In conclusione, i verbali confermano l’aspettativa di un rialzo di 50 pb a dicembre, e danno supporto alla previsione di un grafico a punti più elevato rispetto a settembre, con un punto di arrivo per il 2023 fra il 5 e il 5,25%.
A nostro avviso, nel 1° trimestre 2023 dovrebbero esserci due rialzi da 25 pb per arrivare al 5%.

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