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USA: CPI in volo verso l’8% a/a, e oltre

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a cura di Giovanna Mossetti


ABSTRACT

Il CPI a febbraio ha registrato un rialzo di 0,8% m/m e l’indice core è aumentato di 0,5% m/m.
L’inflazione headline, a 7,9% a/a, e quella core, a 6,4% a/a, sono sui massimi da gennaio e agosto 1982, rispettivamente.
I maggiori contributi alla variazione mensile totale vengono da alimentari, benzina e abitazione.
L’inflazione core è spinta sia da tutti i comparti, ma le pressioni stanno crescendo ora sul settore servizi.
Anche se resta probabile che il picco dell’inflazione venga toccato a marzo, per via dell’effetto confronto con il 2021, ancora una volta la previsione del livello deve essere spostata verso l’alto.
Attualmente, la variazione del CPI attesa per il prossimo mese è di 1% m/m e 8,3% a/a, con l’indice core in aumento di 0,5% m/m (6,6% a/a).
Ipotizzando uno scenario centrale per il petrolio con una media a 120 dollari nel 2° trimestre, 110 dollari nel 3° e 100 nel 4°, insieme a pressioni salariali derivanti dall’eccesso di domanda di lavoro e persistenti per tutto il 2022, l’inflazione prevista è di 6,6% nel 2022 e 3% nel 2023.
Per l’indice core, le variazioni previste sono di 5,2% nel 2022 e 2,8% nel 2023.
La Fed non potrà permettersi di ignorare lo shock derivante dagli effetti della guerra in Ucraina e dovrà alzare i tassi verso livelli restrittivi per frenare la domanda.

 


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