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Salari e inflazione: la spirale è già in atto

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a cura di Giovanna Mossetti


ABSTRACT

La dinamica dell’inflazione nel 2022 determinerà il ritmo di rimozione dello stimolo monetario.
Le pressioni sui prezzi derivano da due eccessi di domanda, uno per i beni, uno per il lavoro.
Quest’ultimo sarà, a nostro avviso, l’elemento cruciale per il sentiero dei tassi quest’anno, e non farà sconti, mantenendo l’inflazione core sopra il 3,5% a/a a fine 2022.
L’inflazione, al 7,5% a/a per il CPI e al 6% a/a per l’indice core, è sui massimi da 40 anni e non ha ancora raggiunto il picco di questo ciclo, probabilmente. Da aprile il trend dovrebbe, Russia-Ucraina permettendo, calare per via dell’effetto confronto con il 2021.
L’inflazione, al 7,5% a/a per il CPI e al 6% a/a per l’indice core, è sui massimi da 40 anni e non ha ancora raggiunto il picco di questo ciclo, probabilmente. Da aprile il trend dovrebbe, Russia-Ucraina permettendo, calare per via dell’effetto confronto con il 2021.
Ciononostante, per gran parte del 2022 gli aumenti mensili dei prezzi dei beni core, se pure in via di ridimensionamento, dovrebbero mantenersi intorno a 0,4-0,5% m/m, al di sopra della media storica, vicina a zero.
Dal lato dei servizi-ex energia, i rischi sono in aumento e dipendono dall’andamento del mercato del lavoro e della componente abitazione.
Per gli altri servizi, domineranno le pressioni derivanti dagli aumenti salariali.
Questo è evidente dall’andamento parallelo di salari e prezzi nella ristorazione, nell’ospitalità, nella sanità, spinto dall’eccesso di domanda di manodopera e dal trasferimento dell’aumento dei costi.
Quindi, anche nella seconda metà del 2022 i prezzi core dovrebbero registrare aumenti compatibili con un’inflazione core oltre il 3,5% annualizzato.
In conclusione, gli aumenti dei prezzi sia dei beni sia dei servizi difficilmente rallenteranno nei prossimi mesi.
Nel frattempo, le condizioni del mercato del lavoro segnalano una probabile ulteriore accelerazione dei salari e una sua trasmissione alla dinamica dei prezzi nel 2022-23, che dovrebbero richiedere, a nostro avviso, tassi di interesse in territorio restrittivo.

 


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