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USA – Mercato del lavoro sempre più sotto pressione

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a cura di Giovanna Mossetti


ABSTRACT

L’employment report di marzo riporta un aumento di 431mila occupati, dopo 750 mila (rivisto da 678 mila) di febbraio.
Il quadro occupazionale è ancora una volta estremamente positivo, con rialzi diffusi a tutti i settori, specialmente nei servizi.
Il tasso di disoccupazione corregge a 3,6% da 3,8% di febbraio, a ridosso del livello pre-pandemico di 3,5%.
I salari orari sono in aumento di 0,4% m/m (5,6 a/a).
Le informazioni di marzo confermano un quadro del mercato del lavoro estremamente sotto pressione, che spingerà ulteriormente verso l’alto la dinamica salariale e costringerà la Fed a rincorrere le variabili macro rimuovendo aggressivamente lo stimolo monetario.
Come ha detto Powell, un atterraggio morbido, viste le condizioni vigenti, non è garantito.
In conclusione, le informazioni di marzo confermano il continuo miglioramento del mercato del lavoro ma non danno la corretta misura dell’eccesso di domanda in atto.
L’integrazione delle informazioni dell’employment report con indicatori dal lato delle imprese (posizioni aperte, dimissioni volontarie) danno un quadro di pressione ancora più elevata, che dovrebbe spingere ancora ampiamente verso l’alto la dinamica salariale.
Come è stato detto dalla Fed, gli squilibri esistenti sul mercato del lavoro si devono curare con un rallentamento della domanda.
Le relazioni storiche fra disoccupazione, inflazione e salari (v. curva di Phillips e curva di Beveridge) hanno subito cambiamenti probabilmente strutturali in quest’ultimo ciclo.
La Fed dovrà navigare a vista per determinare la dose appropriata di restrizione, con ampi rischi di errori di policy e di conseguente, possibile eccessivo rallentamento della crescita.

 


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