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La Fed spingerà l’economia in recessione?

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a cura di Giovanna Mossetti


ABSTRACT

La crescita sta rallentando, ma l’economia è ancora in espansione.
Le pressioni sui prezzi persistono per via di eccesso di domanda diffuso e particolarmente marcato sul mercato del lavoro.
La domanda aggregata deve rallentare ulteriormente per indebolire le condizioni del mercato del lavoro, poiché è improbabile che il trend dell’offerta riprenda in tempi brevi, a causa del Covid, dell’invecchiamento demografico e dei freni persistenti all’immigrazione.
La Fed si è impegnata ad agire fino a quando l’inflazione non sarà domata in modo convincente.
L’esperienza storica mostra che i cicli di rialzo dei tassi attuati in fase di inflazione superiore al 4% e in aumento e accompagnati da una ripresa della disoccupazione si sono sempre conclusi con una recessione.
È improbabile che questa volta sia diverso.
Tuttavia, non tutte le recessioni sono uguali.
Nel caso attuale, alcune caratteristiche rilevanti implicano che la recessione potrebbe essere relativamente poco profonda: non ci sono evidenti eccessi finanziari, i bilanci delle famiglie e delle imprese sono in ordine, la Fed è tornata a un atteggiamento credibilmente anti-inflazionistico.
Le fonti di amplificazione della volatilità finanziaria viste nelle recessioni causate dalle bolle delle dot-com e del mercato immobiliare sono ora assenti.
Le nostre previsioni oggi vedono i tassi al 4,25% a fine 2022, con un picco al 4,5% all’inizio del 2023 e un punto di svolta a fine 2023.

 


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