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Il FOMC prende tempo: arrivederci a marzo

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a cura di Giovanna Mossetti


ABSTRACT

La riunione del FOMC si è conclusa, come atteso, con un rialzo dei fed funds di 25 pb, a 4,75%.
Il messaggio del comunicato e della conferenza stampa, in superficie, è poco variato.
Nonostante i “gratificanti” miglioramenti sul fronte dei prezzi e l’indebolimento della crescita, la Fed ritiene che ci sia “ancora lavoro da fare” e che sia appropriato prevedere “continui (ongoing) aumenti” dei tassi per garantire il ritorno dell’inflazione al 2%.
A nostro avviso, il Comitato non ha voluto modificare ora l’indicazione di altri due rialzi inclusi nelle proiezioni di dicembre e implicita nella previsione di “continui rialzi”, sempre al plurale, in parte per via dell’incertezza ancora elevata, in parte per non generare aspettative premature di fine del ciclo dei tassi e di svolta.
Powell ha detto che c’è stata una discussione approfondita sul sentiero dei tassi e sull’analisi dell’economia ma non ha voluto parlarne, rinviando la diffusione del dibattito alla pubblicazione dei verbali fra tre settimane.
Un eventuale cambiamento di scenario è rimandato al 22 marzo, quando saranno disponibili due mesi di informazioni in più e verranno aggiornate le proiezioni.
Dalla comunicazione di questa riunione emerge l’incertezza tipica delle fasi di transizione, in cui si devono pesare i rischi di eccessiva restrizione contro quelli di rialzi insufficienti.
Al momento la Fed segnala che, al margine, preferisce ancora eccedere nella restrizione, ma è aperta a modificare lo scenario in base ai dati in arrivo.
– Comunicato: omissioni e una sostituzione
* Nel testo si afferma che l’inflazione è “un po’ rallentata” ma rimane elevata.
Inoltre, non si cita più la pandemia come un fattore che entra nell’insieme di informazioni considerate nelle decisioni sui tassi.
* Nel paragrafo sulla strategia di politica monetaria, non si cita più la discussione sul “ritmo” dei rialzi, ma si fa riferimento all’“entità” (extent) dei futuri aumenti.
In sostanza, il FOMC sta discutendo quanti altri aumenti da 25pb sono appropriati.
-Conferenza stampa: focus su disinflazione e mercato del lavoro
* Powell ha ripetuto più volte che il processo di disinflazione è in corso e ha utilizzato a più riprese l’analisi delle tre componenti dell’inflazione core.
L’elemento problematico della disinflazione resta concentrato nei servizi core ex-abitazione, che per ora non segnalano una svolta nella dinamica dei prezzi.
Powell ha rilevato che questo comparto include voci molto diverse, ma per circa il 60% è dipendente dalle condizioni cicliche e in particolare dalle pressioni sul mercato del lavoro: la Fed vuole “vedere” disinflazione anche su questo fronte.
La previsione del FOMC è che l’inflazione cali in modo costante, ma lento, giustificando così la necessità di uno scenario di tassi più elevati rispetto a quanto scontato dal mercato, sia in termini di punto di arrivo sia in termini di momento della svolta.
In conclusione, a nostro avviso il Comitato ha preso tempo a questa riunione, in attesa di vedere i dati dei prossimi due mesi.
I verbali daranno informazioni importanti sulle condizioni per fermare i rialzi.
I dati saranno l’ago della bilancia per determinare il punto di arrivo e la durata della pausa.
Le informazioni in arrivo dal lato della crescita a nostro avviso sono in contrasto con l’aspettativa della Fed di assenza di recessione, come indicato dalle indagini e dalla debolezza dei consumi, oltre che dal progressivo rallentamento della dinamica occupazionale. D’altra parte, l’inflazione core a gennaio e febbraio potrebbe riaccelerare con variazioni vicine a 0,4% m/m.
Per ora, manteniamo la previsione di un ultimo rialzo di 25 pb a marzo seguito da una possibile “pausa condizionata” e da una svolta verso il basso entro fine anno.
Questa previsione è basata sull’aspettativa che entro il 2° trimestre inizi una recessione relativamente mite, ma comunque incompatibile con ulteriori rialzi dei tassi.

 


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