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FOMC: “non c’è un modo indolore per ridurre l’inflazione”

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a cura di Giovanna Mossetti


ABSTRACT

La riunione del FOMC ha deciso un altro rialzo dei fed funds di 75 pb e fornito segnali hawkish per il sentiero dei tassi, con indicazioni di altri interventi ampi nelle prossime due riunioni e conferma del messaggio di Jackson Hole.
Il comunicato stampa è praticamente identico a quello precedente, rileva “modesta crescita di spesa e produzione”, ma continua a segnalare un mercato del lavoro sotto pressione e un’inflazione elevata e diffusa. Pertanto, restano appropriati “continui” rialzi dei tassi per riportare l’inflazione verso il 2%.
L’elemento principale della comunicazione a questa riunione sono le proiezioni macroeconomiche aggiornate, con l’estensione del periodo previsivo fino al 2025. Come atteso, lo scenario macroeconomico è rivisto in direzione negativa.
Il messaggio delle proiezioni è chiaro: la Fed intende proseguire con la strategia di anticipare i rialzi in modo da contrastare la possibilità che l’inflazione resti elevata a lungo e da evitare una riedizione degli anni ’70, anche a costo di una recessione.
Nella conferenza stampa, Powell ha esordito riaffermando che il Comitato è “fortemente impegnato a riportare l’inflazione sotto controllo” attraverso una politica monetariasufficientemente restrittiva”.
In conclusione, il messaggio del FOMC è invariato e credibile: la stabilità dei prezzi è l’obiettivo dominante e richiede un costo inevitabile in termini di crescita e occupazione.
Sul fronte dell’economia reale, la recessione è ormai alle porte e sarà, a nostro avviso, inevitabile nel 2023.

 


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