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FOMC: nessuna novità a gennaio, in attesa delle sorprese di marzo

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a cura di Giovanna Mossetti


ABSTRACT

I verbali della riunione del FOMC di gennaio sono stati meno informativi di quanto atteso sui due temi cruciali della politica monetaria, ritmo dei rialzi dei tassi e modalità e tempi della riduzione del bilancio.
Le indicazioni fornite sono ancora molto generali, anche se aprono la strada a una rimozione rapida dello stimolo monetario.
Sul fronte dei tassi emerge che, in un contesto di condizioni economiche più solide rispetto al 2015, “la maggior parte dei partecipanti suggeriva che sarebbe giustificato un ritmo di aumenti più rapido” che nel periodo post-2015, notando però che “la rimozione dello stimolo monetario dipenderà dai tempi e dal ritmo sia degli aumenti dei tassi sia della riduzione del bilancio”.
In ogni caso, “la maggior parte dei partecipanti ha notato che, se l’inflazione non scenderà come si aspetta, sarebbe appropriato per il comitato rimuovere stimolo a un ritmo più veloce di quanto atteso” al momento della riunione.
Prevediamo che le revisioni delle proiezioni macro a marzo, insieme alle sorprese dai prezzi, mostrino un’inflazione attesa più elevata sia nel 2022 sia nel 2023, giustificando un’accelerazione del sentiero dei tassi anche rispetto alle previsioni di gennaio.
Per quanto riguarda il bilancio, non sono emersi dettagli sul ritmo delle scadenze né sul punto di arrivo.
I verbali riportano che la discussione proseguirà nelle prossime riunioni, ma chiariscono che “per i partecipanti sarà probabilmente appropriata una riduzione significativa” dei titoli in portafoglio.
A gennaio, un paio di partecipanti avrebbe voluto interrompere immediatamente gli acquisti, ma la maggior parte ha preferito proseguire sul sentiero già delineato.
In termini di tempistica, si ripete solo che “un certo numero di partecipanti” riteneva probabile iniziare la riduzione del bilancio “più avanti quest’anno”.
In conclusione, i verbali, essendo anche “datati” in termini di informazioni macro, non modificano la nostra previsione per un rialzo di 50 pb a marzo, seguito da due aumenti consecutivi di 25 pb a maggio e giugno, con una pausa estiva quando dovrebbe iniziare la riduzione del bilancio, e un punto di arrivo per i fed funds intorno a 2,75% nel 2023.

 


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