Seguci su twitter

Categorie

FOMC all’attacco dell’inflazione, sperando ancora in uno scenario da “riccioli d’oro”

LEGGI il documento completo

a cura di Giovanna Mossetti


ABSTRACT

La riunione del FOMC di maggio ha dato l’attesa accelerazione alla svolta della politica monetaria, sia con le nuove misure annunciate, sia con una guidance mirata a suggellare l’impegno a riportare l’inflazione sotto controllo.
Il Comitato ha votato all’unanimità un rialzo dei tassi di 50 pb, annunciato un programma di riduzione rapida del bilancio e segnalato che proseguirà con ulteriori aumenti dei fed funds per garantire il ritorno dell’inflazione all’obiettivo del 2%.
Contrariamente alle aspettative, però, la conferenza stampa è stata relativamente dovish, escludendo non solo rialzi da 75 pb alle prossime riunioni, ma anche l’esistenza di una spirale salari-prezzi.
Il comunicato stampa è poco variato rispetto alla versione relativamente stringata di marzo, con una valutazione sempre positiva dello scenario economico, nonostante la contrazione dell’attività nel 1° trimestre.
Il testo sottolinea che la crescita di consumi e investimenti è rimasta “forte”, con espansione “solida” dell’occupazione e un calo “sostanziale” della disoccupazione.
L’inflazione continua a essere definita “elevata sulla scia di “squilibri fra domanda e offerta dovuti alla pandemia, a prezzi energetici più alti e a pressioni dei prezzi più diffuse”.
Inoltre, si sottolinea che l’invasione dell’Ucraina e gli eventi collegati aggiungono pressioni verso l’alto sull’inflazione e probabilmente peseranno sulla crescita.
I lockdown in Cina, inoltre, potranno peggiorare i problemi dell’offerta.
Nel comunicato di maggio si aggiunge che il Comitato “è molto attento ai rischi inflazionistici.
Nei paragrafi dedicati alla politica monetaria, si indica che, dopo il rialzo di 50 pb di maggio, il Comitato prevede che saranno appropriati “rialzi continui” … ed è “preparato ad aggiustare la stance della politica monetaria (…) di fronte a rischi che impediscano il raggiungimento degli obiettivi”.
Per quanto riguarda il bilancio, il Comitato ha delineato in un documento ad hoc la sequenza di limiti al reinvestimento dei titoli in scadenza, in linea con quanto emerso dai verbali di marzo.
La riduzione del bilancio inizierà il 1° giugno, con limiti fissati a 30 mld per i Treasury e 17,5 mld per i titoli delle agenzie.
Dopo tre mesi, tali limiti raggiungeranno 95 mld al mese, suddivisi in 60 mld e 35 mld per Treasury e MBS, rispettivamente.
Come atteso il clou della comunicazione è stata la conferenza stampa di Powell, che ha ribadito la volontà del Comitato di riportare l’inflazione al 2%, ma ha anche dato informazioni lette dal mercato in direzione dovish.
All’apertura del suo intervento Powell si è rivolto “direttamente” ai cittadini americani, affermando che la Fed si impegna a ridurre l’inflazione “davvero troppo elevata”, e si muoverà “speditamente con i propri strumenti, certamente adeguati allo scopo.
Il primo elemento dovish della comunicazione è emerso in risposta a una domanda sul sentiero dei tassi.
Secondo Powell, la dimensione dei rialzi dipenderà dai dati di inflazione: l’entità degli interventi potrebbe essere ridotta di fronte a segnali di rallentamento, o quanto meno di stabilizzazione, del trend dell’inflazione core, ma ha anche sottolineato che un paio di dati non sarebbero sufficienti a modificare il ritmo dei rialzi.
Il secondo elemento della conferenza stampa considerato dovish riguarda il mercato del lavoro .
Powell si è detto fiducioso che il sentiero di rallentamento della domanda di lavoro generato dalla rimozione dello stimolo monetario potrebbe materializzarsi riducendo le posizioni aperte (oggi su livelli record), senza generare necessariamente disoccupazione in rialzo.
Inoltre, Powell ha affermato che “non vediamo una spirale salari-prezzi”, e sottolineato che le aspettative di inflazione appaiono ancora “ben ancorate.
In conclusione, il messaggio di fondo a nostro avviso è che il sentiero di default per i tassi ora è caratterizzato da rialzi di 50 pb, in attesa di segnali concreti di rallentamento dell’inflazione.
L’atterraggio “softish” previsto da Powell potrebbe comunque essere caratterizzato da un rallentamento della crescita significativo nel 2023-24.

 


LEGGI il documento completo