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Stati Uniti – Cruscotto della recessione

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a cura di Giovanna Mossetti


ABSTRACT

La crescita USA è in rallentamento.
La recente debolezza di alcune variabili reali (ordini alle imprese, consumi di beni durevoli, costruzioni residenziali), insieme alla nuova, aggressiva campagna anti-inflazionistica della Fed, ha generato crescenti timori che una recessione possa essere imminente, o addirittura già qui.
Il quadro generale dell’economia USA non è compatibile con una recessione già in atto che, nella definizione dell’NBER, richiede un “calo significativo dell’attività economica diffuso all’economia e persistente per più di qualche mese”, misurato soprattutto dal “reddito personale reale al netto dei trasferimenti e dall’occupazione non agricola”.
Ancora per qualche trimestre, un mercato del lavoro sotto pressione e una situazione finanziaria solida delle famiglie rendono probabile il proseguimento della crescita, se pure in significativo rallentamento.
Tuttavia, la persistenza e il livello elevato della dinamica di prezzi e salari indurranno la Fed a portare la politica monetaria in territorio restrittivo in tempi rapidi, con una sequenza di rialzi extra-large ininterrotti fino a quando non ci sarà “evidenza convincente che le pressioni inflazionistiche si stanno riducendo e che l’inflazione sta tornando verso il basso” (J. Powell, 15/6/2022).
La possibilità di un intervento di 100pb a luglio è diventata concreta dopo il CPI di giugno.
Il rischio di restrizione eccessiva è reale e la probabilità di recessione sull’orizzonte a 6-9 mesi continua ad aumentare, a ridosso del 50%, ma la Fed ora è guidata esclusivamente dall’obiettivo di inflazione.

 


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