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USA – CPI: l’inflazione core continua a correre a settembre

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a cura di Giovanna Mossetti


ABSTRACT

Il CPI a settembre è aumentato di 0,4% m/m, e di 8,2% a/a.
Energia e alimentari hanno confermato i trend contrastanti in atto da giugno, con la prima in calo e i secondi in rapida crescita.
L’energia (-2,1% m/m) è frenata dalla benzina, in calo di -4,9% m/m.
Per gli alimentari, l’aumento complessivo è di 0,8% m/m (11,2% a/a, sui massimi dal 1979); risultano sempre in forte rialzo sia i beni consumati a casa (0,7% m/m, 13% a/a) sia quelli forniti dalla ristorazione (0,9% m/m, 8,5% a/a).
Le variazioni di ampia entità sono diffuse alla maggior parte delle voci, con contributi particolarmente solidi da abitazione, sanità e alimentari, ma cominciano a comparire correzioni nel comparto dei beni core.
L’ indice core ha sorpreso verso l’alto, con una variazione di 0,6% m/m, dopo 0,5% m/m di agosto.
La variazione tendenziale, a 6,6% a/a, è tornata sui livelli della primavera per via dell’effetto confronto con il 2021.
I beni core hanno prezzi stabili su base mensile (6,6% a/a).
Le variazioni positive per le auto nuove (0,7% m/m) e per l’arredamento (0,8% m/m), sono controbilanciate da correzioni per auto usate (-1,1% m/m), abbigliamento (-0,3% m/m), beni sanitari (-0,1% m/m), articoli sportivi (-1,1% m/m), comunicazione (-0,6% m/m).
I servizi ex-energia restano, come previsto, il vero problema dell’inflazione, con una nuova accelerazione a 0,8% m/m (6,7% a/a) e indicazioni di pressioni persistenti.
Per i servizi abitativi, la variazione complessiva è di 0,7 % m/m (6,6% a/a), spinta da affitti (0,8% m/m) e affitti figurativi (0,8% m/m).
I trasporti hanno un rialzo di 1,9% m/m dovuto ad aumenti diffusi alla maggior parte delle voci (tariffe aeree, noleggio auto).
I servizi sanitari (1% m/m, 6,5% a/a) sono spinti sia dai servizi professionali (0,7% m/m) sia, soprattutto, dalle assicurazioni sanitarie (2,1% m/m, 28,2% a/a).
La dinamica mensile core si mantiene ostinatamente elevata sulla scia dell’andamento dei prezzi dei servizi , in particolare delle due voci “pesanti”, abitazione e sanità, che continuano a frenare il processo di disinflazione, invece agli albori nel comparto dei beni core.
L’evoluzione del settore immobiliare residenziale e i lunghi ritardi con cui la restrizione monetaria si trasmette dai tassi ai prezzi delle case e infine agli affitti rendono particolarmente difficile ora il lavoro e la comunicazione della Fed.
Infatti, sulla base delle relazioni storiche fra tassi sui mutui, prezzi delle case e affitti, già ora è “scritto” che fra circa un anno ci sarà un netto ritracciamento della componente abitazione dell’inflazione, così come un anno fa era assolutamente prevedibile la forte accelerazione degli affitti che si è materializzata da metà 2022.
Cosa farà la Fed ora, con una nuova sorpresa verso l’alto dai prezzi?
A nostro avviso il Comitato si sta spostando verso una valutazione più forward looking dei dati e dei rischi.
Pertanto, prevediamo che a novembre venga attuato un altro rialzo di 75 pb, in attesa di valutare se a dicembre si potrà rallentare a 50 pb come indicato dal grafico a punti, in base anche alle previsioni del sentiero atteso per i prezzi nel 2023.
In questa fase il Comitato sta iniziando a ritenere cruciale anche la valutazione degli effetti cumulati, e non ancora trasmessi all’economia, della restrizione attuata finora.

 


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