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Italia – Un DEF senza grandi sorprese

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a cura di Paolo Mameli


ABSTRACT

Il Governo ha approvato mercoledì 6 aprile in serata il DEF 2022, che delinea le nuove proiezioni e i nuovi obiettivi di finanza pubblica sull’orizzonte 2023-25.
Le principali novità rispetto al precedente quadro di finanza pubblica (contenuto nella NADEF di fine settembre 2021) sono le seguenti:
– sono state riviste al ribasso le stime di crescita del PIL (nel quadro programmatico) a 3,1% nel 2022, 2,4% nel 2023 e 1,8% nel 2024 (da 4,7%, 2,8% e 1,9%, rispettivamente, dello scorso settembre); il PIL è visto a 1,5% nell’ultimo anno dell’orizzonte di previsione (2025); il nuovo profilo è circa in linea con la nostra previsione per quest’anno (3%), ma più ottimistico rispetto alle nostre attese per gli anni successivi (1,6% nel 2023-24 e 1% nel 2025);
– tuttavia, il meno favorevole scenario di crescita non si è tradotto in un peggioramento del quadro di finanza pubblica: anzi i tendenziali sono migliorati rispetto alle precedenti proiezioni, grazie soprattutto alla sorpresa positiva sui saldi vista nel 2021: il deficit in assenza di nuovi interventi governativi viaggia ora verso il 5,1% del PIL, contro un target di 5,6% stimato sei mesi fa (dopo che il consuntivo 2021 si era attestato a 7,2% contro il 9,4% atteso nella NADEF di fine settembre);
– di conseguenza, si è creato uno spazio per interventi fiscali espansivi, pur in un contesto di conferma dei precedenti target dell’indebitamento: in effetti, il Governo ha scelto di confermare il precedente profilo di rapporto deficit/PIL per tutto l’orizzonte (al 5,6% del PIL nel 2022, al 3,9% nel 2023 e al 3,3% nel 2024; il deficit è poi visto al 2,8% nel 2025), utilizzando la differenza rispetto ai deficit tendenziali per interventi espansivi, che valgono mezzo punto di PIL quest’anno, ma poi si riducono nei prossimi anni (due decimi sul 2023 e un decimo sul 2024);
– i nuovi interventi espansivi sul 2022 saranno dettagliati in un decreto entro aprile, e valgono 9,5 miliardi, di cui 4,5 miliardi per prorogare le misure contenute nel “DL bollette” e 5 miliardi per nuovi interventi per il contenimento dei prezzi energetici, la copertura dei maggiori costi delle opere pubbliche, l’aumento dei fondi per le garanzie sul credito e altre misure per le aziende e per l’assistenza dei profughi ucraini;
– in questo contesto, complice anche l’aumento del deflatore del PIL, tutto il profilo del rapporto debito/PIL è spostato verso il basso rispetto alle attese di sei mesi fa: il debito è visto ora in calo al 147% del PIL quest’anno, al 145,2% nel 2023 e al 143,4% nel 2024 (e a 141,4% nel 2025).

 


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