Seguci su twitter

Categorie

Italia: segnali “misti” dalle indagini di giugno

LEGGI il documento completo

a cura di Paolo Mameli


ABSTRACT

Come previsto, le indagini di fiducia di giugno hanno registrato un peggioramento del morale delle imprese, a fronte di un recupero per il sentiment dei consumatori.
L’indice composito di fiducia delle imprese IESI è diminuito, sia pure in misura modesta, per il secondo mese a giugno, a 108,3 da 108,6 di maggio.
La correzione ha riguardato tutti i macro-settori con la sola rilevante eccezione delle costruzioni, dove il morale delle aziende è tornato a salire sorprendentemente, a 165,5 dopo il calo a 159,4 del mese scorso: si tratta del terzo livello più alto mai registrato.
Nei servizi, la fiducia delle imprese è risultata in calo solo molto lieve, a 103,7 da 104 precedente.
Inaspettatamente, si è registrata una correzione del morale nel turismo (oltre che nei servizi alle imprese), mentre il clima è migliorato nel trasporto e magazzinaggio e nell’informazione e telecomunicazione.
Nel settore manifatturiero, l’indice di fiducia delle imprese è diminuito per il terzo mese consecutivo, a 100,3 da 101,2 di maggio.
Il calo è stato più marcato del previsto, e porta l’indice al livello più basso da gennaio 2021.
Viceversa, il morale delle famiglie è rimbalzato assai più del previsto a giugno, a 108,6 da 105,1 di maggio, raggiungendo il livello più alto dal febbraio dello scorso anno.
La ripresa è diffusa a tutte le componenti principali dell’indagine, ma è trainata dal clima economico nazionale e dalle aspettative per il futuro.
In sintesi, le indicazioni giunte dalla fiducia di imprese e famiglie a giugno sono contrastanti, ma, a nostro avviso, prevalgono gli elementi di supporto: il calo dell’inflazione corrente (rispetto ai massimi dallo scorso autunno) si sta riflettendo sull’inflazione “percepita” dai consumatori, dato che i prezzi dei beni a più alta frequenza hanno dato i primi segnali di apprezzabile rallentamento negli ultimi mesi; le componenti maggiormente anticipatrici dell’indagine sia sulle imprese che sui consumatori risultano in qualche misura incoraggianti; il settore immobiliare, nonostante la minore adesione ai bonus fiscali e l’aumento dei tassi d’interesse, sta dimostrando una certa resilienza; infine, le indicazioni sull’occupazione, non solo da parte delle famiglie e delle imprese del settore dei servizi, ma anche nell’industria, rimangono coerenti con un mercato del lavoro ancora robusto in prospettiva.
A nostro avviso, i rischi sulla nostra previsione più aggiornata di crescita all’1,2% quest’anno sono tutto sommato limitati, mentre vi è maggiore incertezza sulle prospettive per il ciclo nel 2024, che dipenderanno in misura cruciale dalla tenuta del settore delle costruzioni, e dall’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

 


LEGGI il documento completo