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Italia: PIL in espansione nel 3° trimestre ma il rallentamento è già in corso

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a cura di Andrea Volpi


ABSTRACT

In Italia nel 3° trimestre il PIL è cresciuto, più del previsto, di 0,5% t/t, in rallentamento rispetto all’1,1% t/t registrato in primavera ma in espansione per il settimo trimestre consecutivo.
In termini tendenziali il PIL è in rialzo del 2,6% da un precedente 4,7%.
L’economia italiana si trova ora l’1,8% al di sopra dei livelli pre-Covid, meglio degli altri principali paesi dell’area euro (il progresso è pari all’1,1% in Francia e allo 0,2% in Germania mentre la Spagna si trova su livelli inferiori del 2% rispetto a quelli toccati a fine 2019).
Il comunicato stampa rilasciato dall’Istat indica che la crescita congiunturale è stata guidata dalla domanda interna al lordo delle scorte mentre le esportazioni nette hanno fornito un apporto negativo.
Dal lato dell’offerta invece il valore aggiunto è cresciuto nei servizi mentre è calato nell’industria e nel settore primario.
Lo spaccato di contabilità nazionale non sarà disponibile fino alla fine di novembre ma alla luce dei dati mensili disponibili riteniamo che nel 3° trimestre l’attività manifatturiera sia risultata sostanzialmente stagnante mentre la produzione dovrebbe essere calata nelle costruzioni.
La stagione turistica dovrebbe aver invece sostenuto i servizi, che pensiamo abbiano comunque rallentato la propria corsa in quanto la spinta delle riaperture post-pandemiche sta progressivamente perdendo vigore.
Infine, la siccità che ha caratterizzato l’estate dovrebbe aver penalizzato l’output agricolo.
Prevediamo una contrazione del PIL su base congiunturale sia nel 4° trimestre del 2022 che nel 1° trimestre del 2023.
Lo stimolo fiscale potrebbe comunque offrire qualche sostegno e nel caso in cui non si dovesse materializzare uno scenario di razionamento forzato dell’energia l’economia potrebbe tornare a crescere già a partire dalla prossima primavera.
Alla luce del dato più forte delle attese relativo al 3° trimestre è possibile che l’espansione in media annua possa risultare leggermente migliore del previsto nel 2022 (ipotizzando una contrazione di circa mezzo punto percentuale nel 4° trimestre il dato sull’anno in corso si aggirerebbe intorno al 3,7%).
I rischi sul 2023 restano invece rivolti verso il basso quando la crescita dovrebbe decelerare in misura marcata.

 


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