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Italia: PIL in calo a inizio 2022, ma meno di quanto atteso dal Governo

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a cura di Paolo Mameli


ABSTRACT

Nel 1° trimestre 2022, il PIL italiano è calato di -0,2% t/t, dopo che il dato relativo a fine 2021 è stato rivisto al rialzo a 0,7% da un precedente 0,6%.
Il dato è in linea con le aspettative di consenso, ma migliore delle nostre attese (e di quelle, fra gli altri, di Governo e Banca d’Italia).
La variazione annua è rallentata a 5,8% dal 6,2% del 4° trimestre 2021.
Il dato lascia il PIL appena -0,4% al di sotto dei livelli pre-pandemici (di fine 2019).
La crescita “acquisita” per il 2022 (in caso di stagnazione in ciascuno dei restanti trimestri dell’anno) è pari al 2,2% (in precedenza era stimata al 2,3%).
Il dettaglio per componenti verrà diffuso dall’Istat in occasione della seconda stima il prossimo 31 maggio.
Tuttavia, l’agenzia statistica ha anticipato che il calo del PIL è dovuto ai servizi, mentre il valore aggiunto è rimasto stagnante nell’industria: pensiamo che l’industria in senso stretto abbia contribuito negativamente, mentre le costruzioni dovrebbero aver mantenuto un trend espansivo.
In sintesi, il dato sul PIL a inizio anno è stato meno debole di quanto ci aspettassimo.
La debole conclusione del trimestre segnala rischi al ribasso anche per il trimestre corrente.
A nostro avviso, il PIL a inizio anno è calato soprattutto per via del picco dell’ondata pandemica (come visibile dal contributo negativo del settore dei servizi), mentre non sembra aver risentito ancora appieno degli effetti della crisi geopolitica internazionale (nemmeno considerando il solo canale di trasmissione dei prezzi).
Tuttavia, non si possono escludere scenari più severi, soprattutto nel caso in cui nelle prossime settimane venga deciso un embargo al gas russo, che avrebbe effetti soprattutto sul settore industriale.

 


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