Seguci su twitter

Categorie

Italia: ancora in calo la fiducia di famiglie e imprese

LEGGI il documento completo

a cura di Paolo Mameli


ABSTRACT

In Italia, la fiducia sia delle famiglie che delle imprese è scesa ulteriormente a ottobre, evidenziando crescenti rischi al ribasso per l’attività economica nei prossimi mesi.
Il morale dei consumatori è calato più delle attese, a 90,1 da 94,8 di settembre, raggiungendo un nuovo minimo da maggio 2013.
Tutte le principali componenti dell’indagine hanno subito un deterioramento, in particolare la situazione personale degli intervistati (più del clima economico nazionale) e le valutazioni correnti (in misura maggiore delle aspettative per il futuro).
La situazione finanziaria delle famiglie, sia attuale che attesa, è peggiorata; le opportunità correnti di risparmio sono risultate poco variate, ma le possibilità di risparmio future sono crollate (ai minimi dal 2015), così come le intenzioni di acquisto di beni durevoli (ai minimi dal 2013).
I timori per la disoccupazione sono aumentati moderatamente (ai massimi da aprile 2021).
L’inflazione corrente ha raggiunto un nuovo record storico (a 138,7 dal precedente 128,3), mentre l’inflazione attesa è diminuita a 55,2 da 61,7 (pur restando molto elevata in prospettiva storica).
Anche l’indice composito Istat del clima di fiducia delle imprese è sceso a ottobre, per il quarto mese consecutivo, a 104,5 da 105,1 precedente, toccando il livello più basso in un anno e mezzo.
Come ci aspettavamo, il morale nei servizi ha mostrato un rimbalzo (sia pure marginale) dopo il crollo del mese precedente, la fiducia nelle costruzioni ha subito una correzione dopo la crescita a sorpresa di settembre (pur rimanendo significativamente più alta della media storica), il clima nel commercio al dettaglio è sceso per il secondo mese.
Anche nel settore manifatturiero la fiducia delle imprese è scesa per il quarto mese consecutivo, a 100,4 dopo il 101,2 del mese precedente.
Si tratta di un nuovo minimo da gennaio dello scorso anno.
Infine, le consuete indagini trimestrali sui fattori che limitano la produzione, e sugli ostacoli alle imprese esportatrici, hanno mostrato che la percentuale di imprese che segnala carenze di materiali e attrezzature, e un allungamento dei tempi di consegna, sta diminuendo, ma le pressioni sui costi sono sempre più forti e anche l’incidenza dell’insufficienza della domanda sta aumentando tra gli ostacoli all’attività produttiva.
In sintesi, le indagini di ottobre mostrano che l’impatto della crisi energetica sta diventando più tangibile, soprattutto per i consumatori e per le imprese manifatturiere.
Riteniamo comunque che le indicazioni negative possano prevalere nei prossimi 3-6 mesi.
Il recente calo dei prezzi del gas, se confermato, fa ben sperare in una possibile ripresa successiva, a partire dalla primavera del 2023.

 


LEGGI il documento completo