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Germania: politiche fiscali in campo per contrastare gli effetti della COVID-19

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a cura di Andrej Arady


ABSTRACT

L’epidemia di COVID-19 ha colpito un’economia tedesca già in difficoltà. È vero che le strategie di contenimento adottate in Germania si sono rivelate abbastanza efficaci, ma in ultima analisi questo potrebbe solo contribuire a diluire lo sviluppo del contagio su un arco di tempo più lungo.
Il governo federale ha risposto agli effetti devastanti del virus varando un grande pacchetto fiscale. Anche così, però, una recessione dell’economia tedesca è inevitabile.
Se il lockdown terminerà a fine aprile, prevediamo una contrazione del PIL del 3% a/a nel 2020 mentre se il lockdown dovesse essere prorogato di un altro mese la flessione sarebbe del 9,3%. Nel 2020 il deficit pubblico supererà il 6,0% del PIL e segnerà comunque la fine di un surplus di bilancio per la prima volta dal 2013.
Anche nel migliore dei casi il debito pubblico salirà ben oltre la soglia del 60% del PIL.
Sul piano fiscale la risposta è stata molto aggressiva: oltre a uno stimolo pari al 4,4% del PIL, il governo federale ha fornito garanzie sul credito e assicurato sostegno alla liquidità, rinviando il pagamento delle imposte e dei contributi. I livelli occupazionali sono stati salvaguardati da un potenziamento del Kurzarbeit, il programma che consente di ridurre gli orari di lavoro dei dipendenti.
Il 6 aprile la Germania ha annunciato che il numero di casi confermati ha sfiorato quota 95.400, con un tasso di mortalità dell’1,5% che rimane molto più basso rispetto a quello di altri Paesi.La polmonite viene segnalata solo nel 2% dei casi.

 


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