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Francia: migliora a sorpresa il morale nella manifattura

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a cura di Lorenzo Biagioli


ABSTRACT

L’indice INSEE di fiducia delle imprese manifatturiere ha interrotto la serie negativa di tre cali mensili consecutivi a ottobre, per riportarsi a 103 (stesso livello di agosto) dopo il calo a 102 di luglio. L’indice è poco al di sopra della media di lungo periodo.
Per ciò che riguarda i fattori che limitano la produzione, l’indagine INSEE restituisce un quadro poco variato rispetto al mese precedente: il 37% delle imprese segnala difficoltà di approvvigionamento (in calo dal 41% di settembre, sebbene su livelli ancora storicamente molto elevati), mentre il 23% segnala difficoltà di reperimento di manodopera (dato invariato rispetto al mese precedente).
Il recupero di morale nel settore manifatturiero è spiegato principalmente dal balzo dei mezzi di trasporto (a 106 da 99), coerentemente con l’indicazione giunta dal dato sulla produzione industriale di agosto, a fronte di un recupero più moderato per alimentari e bevande (108 da 106) e macchinari (113 da 100). Gli “altri comparti manifatturieri” registrano un calo a 95 da 98: in particolare, il settore che fa segnare la peggiore performance è la chimica, non a caso tra i comparti maggiormente energivori.
L’indice composito di fiducia delle imprese è risultato invece stabile a 102, sulla scia di un (atteso) deterioramento del morale nei servizi (a 105 da 106) a fronte di un miglioramento nelle costruzioni (a 115 da 113, circa in linea con i livelli dei precedenti 5 mesi) e nel commercio al dettaglio (a 97 da 95).
Il calo nei servizi, sia pur contenuto, conferma la tendenza già vista nei mesi scorsi, e che potrebbe accentuarsi nella parte finale dell’anno.
A livello settoriale, la flessione più ampia si è registrata per ristorazione/servizi ricettivi e mezzi di trasporto (entrambi in calo di 2 punti), a fronte di un miglioramento nell’immobiliare (da 102 a 105) e nei servizi amministrativi (da 101 a 104).
Più contenuta la diminuzione per le attività professionali (da 107 a 106).
In sintesi, l’indagine INSEE di ottobre segnala una certa resilienza dell’industria francese, probabilmente grazie al parziale ridimensionamento delle strozzature all’offerta e delle difficoltà di approvvigionamento delle imprese.
Tuttavia, l’impatto dell’aumento dei prezzi energetici sia sui costi delle imprese che sulla domanda finale da parte dei consumatori (attraverso l’erosione del potere d’acquisto delle famiglie) non potrà nei prossimi mesi non avere un impatto più tangibile sia sull’industria sia (verosimilmente, in minor misura) sui servizi.
Il vistoso deterioramento del morale delle imprese dei settori più energy-intensive potrebbe anticipare questa tendenza.
Confermiamo una possibile flessione del PIL a inizio 2023.

 


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