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Area euro: segnali poco incoraggianti dall’inflazione

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a cura di Aniello Dell’Anno


ABSTRACT

Ad aprile, l’inflazione è salita di un decimo, al 7% a/a, dopo 5 mesi di cali continui.
La crescita tendenziale dell’energia, legata ad effetti base favorevoli (ad aprile 2022 il calo dell’energia è stato più marcato che in aprile 2023, -4% m/m vs. -0,8% m/m), ha più che compensato il rallentamento di alimentari e beni manufatti non energetici, quest’ultimi scesi per effetto del miglioramento delle catene di approvvigionamento globali; i servizi sono saliti lievemente a 5,2% da 5,1% di marzo.
L’inflazione core BCE, al netto di alimentari freschi ed energia, è scesa al 7,3% dopo aver toccato il picco del 7,5% a marzo; si tratta del primo calo da gennaio 2022.
L’indice al netto degli alimentari e dell’energia cala anch’esso di un decimo, al 5,6% (primo calo da giugno 2022).
La variazione congiunturale è stata di +0,6% m/m sull’indice headline (in rallentamento da +0.9% m/m di marzo), contro l’1% m/m sulla componente core BCE.
La differenza del ritmo di crescita dei due indici è spiegata dalla contrazione della componente energia e alimentari freschi (-1,5% m/m); i servizi (+1,2% m/m) registrano variazioni ben sopra la media.
Riteniamo che l’inflazione tornerà a calare nuovamente a maggio, spinta al ribasso dalle compenti energia, attesa in territorio negativo a partire da luglio, ed alimentari; anche la dinamica core BCE è attesa proseguire lungo il trend di discesa, per via della svolta dei beni manufatti non energetici.
Tuttavia, i prezzi dei servizi, legati all’andamento dei salari e alla domanda vivace nel comparto, non danno segni di ritracciamento e si mantengono su un trend non coerente con un rallentamento nel brevissimo termine.
A fine anno, l’inflazione potrebbe attestarsi al 2,3% sull’indice headline e al 3,2% sul core BCE; i rischi al rialzo sullo scenario previsivo sono ancora concentrati sulla componente “di fondo”.
In conclusione, i dati di inflazione di aprile non forniscono informazioni particolarmente incoraggianti.
Per tali ragioni, anche a fronte del dato sulla crescita del PIL inferiore alle attese, riteniamo non cambierà l’opinione prevalente nel Consiglio direttivo della BCE, che vede un aumento dei tassi da 25pb alla prossima riunione.

 


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