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Area euro: produzione industriale stagnante a gennaio, frenata in vista nei prossimi mesi

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a cura di Andrea Volpi


ABSTRACT

In area euro a gennaio la produzione industriale è risultata stagnante (0% m/m) dopo che la crescita di dicembre è stata rivista verso l’alto di un decimo a 1,3% m/m.
In termini tendenziali la crescita torna in territorio negativo a -1,3% da un precedente 2% (rivisto da 1,6%).
La stabilizzazione di gennaio nasconde però flessioni diffuse a gran parti delle principali componenti.
La flessione più marcata è stata registrata dai beni strumentali (-2,4% m/m da +5,3%) che tornano a calare dopo tre progressi consecutivi mentre sono più contenute le correzioni registrate dai beni intermedi (-0,3% m/m da +0,8%) e dai beni di consumo durevoli (-0,5% m/m da -0,6%).
Torna invece a crescere dopo la contrazione di dicembre la produzione di beni di consumo non durevoli (+3,1% m/m da -2,1%).
La produzione di beni energetici è infine calata di -0,3% m/m (da -0,1% precedente).
Tra le principali economie si registrano solidi incrementi in Germania (+1,3% m/m da +2,1%) e Francia (+1,6% m/m da 0%).
La produzione è invece calata in misura significativa per il secondo mese consecutivo in Italia (-3,4% m/m da -1,1%).
Più contenute invece le variazioni in Olanda (-0,2% m/m da +1,8%), Spagna (0% m/m da -0,5%) e Belgio (+0,4% m/m da +2,3%).
Alla luce dello scoppio delle tensioni in Ucraina però le prospettive per i prossimi mesi non sono incoraggianti con il settore industriale che dovrebbe risultare tra i più penalizzati. Tuttavia, anche nell’ipotesi di una pesante contrazione della produzione tra febbraio e marzo, i robusti incrementi di fine 2021 lasciano una solida eredità statistica positiva sul 1° trimestre: è quindi possibile che, in media, l’industria riesca comunque a chiudere l’inverno in espansione rispetto ai tre mesi precedenti.
Gli effetti delle tensioni geopolitiche sul settore industriale non dovrebbero esaurirsi nel breve termine.
Lo shock sui prezzi dell’energia e di alcune materie prime si sta facendo insostenibile in alcune filiere e le difficoltà di approvvigionamento degli input provenienti da Russia e Ucraina potrebbero presto diventare vincolanti, soprattutto in alcuni comparti, come i semiconduttori, già frenati da strozzature pregresse.
La produzione industriale potrebbe quindi contrarsi nel 2° trimestre e risultare sostanzialmente stagnante, in media d’anno, nel 2022.
Stiamo rivedendo al ribasso le nostre previsioni sul PIL: il grado di incertezza è particolarmente elevato ma la crescita potrebbe aggirarsi intorno al 3% nel 2022 (la nostra precedente stima era al 3,9%) e sotto al 2,5% nel 2023.

 


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