Seguci su twitter

Categorie

Area euro: produzione industriale in rialzo a inizio 2023

LEGGI il documento completo

a cura di Andrea Volpi


ABSTRACT

A gennaio la produzione industriale è cresciuta di 0,7% m/m (0,9% a/a) dopo che la flessione di dicembre è stata rivista al ribasso di due decimi a -1,3% m/m.
Il recente recupero delle indagini di fiducia e il calo dei prezzi dell’energia suggeriscono che la produzione potrebbe tornare a crescere, anche se riteniamo in misura modesta, nel 1° trimestre del 2023.
Il dato è migliore delle attese ma lo spaccato geografico e per componenti non mostrano ancora un segnale di chiara riaccelerazione dell’industria diffusa a tutti i settori e paesi.
Tra le principali economie l’industria è tornata a crescere in Germania (1,8% m/m) mentre è calata in Francia (-1,9%), Italia (-0,7%), Spagna (-0,9%), Paesi Bassi (-4,3%) e Belgio (-4,1%).
Il dato risulta infatti “gonfiato” dalla tipicamente volatile rilevazione irlandese (+9,3% m/m da -12,3% di dicembre).
Lo spaccato delle componenti evidenzia che il rimbalzo è dovuto esclusivamente ai beni intermedi (1,5% m/m da -2,7%) in scia al recupero della produzione in settori energivori quali chimica e metallurgia (che restano comunque su livelli depressi dopo le contrazioni del 4° trimestre del 2022) a fronte del secondo calo consecutivo dell’output negli altri principali comparti.
Particolarmente deboli i beni di consumo (-0,7% m/m quelli durevoli e -2,1% m/m i non durevoli) indicazione che la domanda privata resta debole ma anche i beni strumentali sono in diminuzione per il secondo mese di -0,2% m/m.
I settori che registrano le più ampie contrazioni congiunturali sono l’abbigliamento, la farmaceutica e i mezzi di trasporto.
Torna infine a calare dopo il rimbalzo di dicembre la produzione di energia (-0,8% m/m da 3,4%).
È possibile che la produzione industriale sia cresciuta anche a febbraio.
Ci aspettiamo un PIL stagnante anche a inizio 2023 mentre nei trimestri successivi la ripresa dovrebbe restare sotto al potenziale appesantita dagli effetti della restrizione monetaria.

 


LEGGI il documento completo