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PMI area euro: in calo più delle attese a giugno

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a cura di Andrea Volpi


ABSTRACT

Le stime flash degli indici PMI di giugno registrano un calo superiore alle previsioni, nostre e di consenso, diffuso a manifattura e servizi.
Il PMI composito rimane su livelli espansivi ma se si escludono i mesi del 2020, quando l’attività economia era viziata dai lockdown, la flessione subita dall’indice è la più ampia dal 2008.
Il marcato rallentamento risulta diffuso a Germania e Francia ma le letture relative al complesso dell’Eurozona sono coerenti con un calo della fiducia anche in Italia e Spagna.
PMI manifatturiero: 52 (consenso 53,9) da 54,6; minimo da agosto 2020
PMI servizi: 52,8 (consenso 55,5) da 56,1; minimo da gennaio 2022
PMI composito: 51,9 (consenso 54,0) da 54,8; minimo da febbraio 2021
Nella manifattura lo spaccato dell’indagine è ancora meno incoraggiante rispetto a quanto emerge dall’indicatore headline: accelera il calo dei nuovi ordinativi (sui minimi da maggio 2020) mentre la produzione si contrae per la prima volta dal giugno del 2020.
Nei servizi il quadro rimane complessivamente espansivo ma il secondo calo mensile del morale nel settore suggerisce come la spinta delle riaperture sta probabilmente iniziando a venir meno.
Sul fronte dei prezzi si registra un contenuto rallentamento della crescita di quelli di vendita per il terzo mese.
Per quanto riguarda invece i costi degli input decelerano nella manifattura mentre tornano a riaccelerare nei servizi, probabile indicazione dell’irrobustimento delle pressioni salariali.
Gli indici relativi ai prezzi suggeriscono che l’inflazione potrebbe aver toccato un picco, anche perché a causa del deterioramento della domanda le imprese non riescono a trasferire i maggiori costi di produzione ai consumatori finali.
Nel nostro scenario centrale l’inflazione potrebbe toccare un massimo a giugno per poi instradarsi su di un trend di lento ridimensionamento rimanendo comunque su livelli elevati. Ci aspettiamo che l’inflazione chiuda l’anno intorno al 6,5% (7,3% in media nel 2022) e che non ritorni al 2% prima del 2024.
La relazione storica tra PMI e PIL suggerisce che nell’Eurozona il livello degli indici è coerente con una crescita intorno allo 0,5% t/t nel 2° trimestre.
Le nostre stime, anche alla luce delle indagini condotte dalla Commissione Europea e di un morale dei consumatori prossimo ai minimi storici, sono più caute: prevediamo una crescita intorno allo 0,2% t/t nel trimestre in corso mentre in media annua vediamo un’espansione al 3% nel 2022 e al 2,1% nel 2023.

 


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