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PMI area euro: gli effetti del conflitto iniziano a pesare sul ciclo europeo

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a cura di Andrea Volpi


ABSTRACT

Le indagini PMI flash di marzo indicano che dopo la temporanea riaccelerazione di febbraio il ciclo in area euro è tornato a rallentare, frenato dallo scoppio delle tensioni in Ucraina e il conseguente shock sui prezzi delle materie prime e sul morale degli agenti economici.
Il settore più colpito è il manifatturiero ma anche i servizi non sono immuni.
Gli indici relativi ai prezzi di vendita toccano nuovi massimi storici, sia nell’industria che nei servizi, confermando la presenza di forti pressioni inflattive ormai diffuse a tutti i settori.
PMI manifatturiero: 57 da 58,2 (consenso 56); minimo da agosto 2021;
PMI servizi: 54,8 da 55,5 (consenso 54,2); minimo da gennaio 2022;
PMI composito: 54,5 da 55,5 (consenso 53,9); minimo da gennaio 2022;
Nella manifattura le imprese riportano un deterioramento sia delle condizioni di domanda che di offerta.
La crescita degli ordinativi rallenta infatti al tasso più lento da fine 2020 mentre le commesse extra-europee sono calate per la prima volta da giugno 2020.
Dal lato dell’offerta invece oltre al conflitto in Ucraina anche le misure anti-Covid varate in Cina dovrebbero aver pesato sulle filiere produttive internazionali.
Si registra infatti un peggioramento delle strozzature all’offerta (che nei mesi precedenti avevano iniziato a mostrare qualche segnale di allentamento) con un allungamento dei tempi di consegna, una riaccelerazione dei prezzi degli input e timori circa le difficoltà nel reperire materie prime.
Nei servizi invece la correzione è più contenuta ma anche il settore dovrebbe essere comunque penalizzato: il ridimensionamento del rischio sanitario sta sostenendo l’attività ma la frenata manifatturiera e il rincaro delle tariffe energetiche dovrebbe comunque pesare nei prossimi mesi.
In Germania il PMI composito ha corretto di un punto a 54,6 con cali diffusi a manifattura (57,6 da 58,4) e servizi (55 da 55,8).
In Francia l’indice composito è salito a 56,2 da un precedente 55,5, sui massimi da luglio 2021.
L’inatteso miglioramento francese beneficia dei progressi registrati nei servizi (57,4 da 55,5) a fronte di una flessione manifatturiera (54,8 da 57,2).
Le stime flash sono coerenti con una correzione dei PMI anche in Italia e Spagna.
I PMI sono coerenti con una crescita del PIL in Eurozona intorno allo 0,5% t/t nel 1° trimestre 2022 ma già in occasione delle letture di febbraio sospettavamo che stessero sovrastimando il ritmo di crescita congiunturale (le indagini della Commissione Europea suggeriscono un quadro più cauto).
Pur confermando uno scenario di espansione abbiamo recentemente rivisto al ribasso le nostre stime sul PIL area euro nel 2022-23: l’incertezza è elevata ma al momento vediamo una crescita al 3% nel 2022 e al 2,4% nel 2023.

 


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