Seguci su twitter

Categorie

PIL area euro: +0,2% t/t nel 1° trimestre, rischi al ribasso sul 2°

LEGGI il documento completo

a cura di Andrea Volpi


ABSTRACT

Nel 1° trimestre del 2022 il PIL in area euro è cresciuto dello 0,2% t/t (5,0% a/a) dopo lo 0,3% t/t (4,7% a/a) registrato a fine 2021.
Il dato è solo leggermente al di sotto delle attese di consenso (0,3% t/t) e di poco superiore alle nostre previsioni (0,1% t/t).
Lo spaccato per paese mostra un’inattesa stagnazione dell’economia in Francia (0% t/t da 0,8% t/t precedente) ed un rimbalzo della crescita in Germania (0,2% t/t da -0,3% t/t), comunque non sufficiente a compensare la flessione registrata nel 4° trimestre del 2021.
In contrazione l’Italia (-0,2% t/t da 0,6% t/t) mentre decelera il ritmo di ripresa in Spagna (0,3% t/t da 2,2% t/t) dove però il divario da colmare rispetto ai livelli precedenti alla pandemia è ancora ampio, e in Belgio (0,3% t/t da 0,4% t/t).
Ampio rimbalzo invece per l’economia austriaca (+2,5% t/t da -1,5% t/t) sull’onda delle riaperture dopo il lockdown di fine 2021.
I dati nazionali disponibili suggeriscono che dal lato della domanda i consumi privati potrebbero essersi contratti per il secondo trimestre consecutivo a fronte di una dinamica degli investimenti ancora complessivamente espansiva.
Il contributo delle esportazioni nette potrebbe essere risultato negativo.
Una mancata riaccelerazione della ripresa nel 2° trimestre si sta facendo progressivamente più probabile.
Nel comunicato stampa rilasciato dall’Ufficio statistico tedesco Destatis infatti si sottolinea come “le conseguenze economiche della guerra in Ucraina hanno avuto un impatto crescente sugli sviluppi congiunturali a partire da fine febbraio” e riteniamo peseranno in misura ancor più significativa nel trimestre in corso con Germania e Italia (oltre alle Repubbliche Baltiche) tra i paesi potenzialmente più esposti.
Il grado di incertezza sullo scenario è particolarmente elevato e soggetto all’evoluzione del contesto geopolitico.
Uno scenario recessivo sarebbe possibile nel caso di un razionamento delle forniture di gas naturale (nelle nostre simulazioni l’impatto cumulato sul PIL al 2023 potrebbe aggirarsi intorno ai 3pp) ma anche un contesto di prezzi energetici elevati ancora a lungo potrebbe portare ad una marcata distruzione di domanda.
Per il momento le indagini condotte presso le imprese sono coerenti con un ritmo di crescita ancora positivo a inizio trimestre, sostenuto dal recupero post-pandemico dei servizi, mentre la fiducia dei consumatori è calata su livelli coerenti con una frenata delle spese.
I rischi restano quindi verso il basso soprattutto nel contesto corrente di elevata inflazione e notevole incertezza che non potranno non pesare sull’economia dell’Eurozona nei prossimi mesi.

 


LEGGI il documento completo