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Area euro: l’ESI segnala rischi al ribasso sul 2° semestre

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a cura di Andrea Volpi


ABSTRACT

A giugno l’indice composito di fiducia economica ESI della Commissione Europea è calato di un punto a 104.
L’indagine riporta però un inatteso miglioramento del morale sia nell’industria (7,4 da 6,5) che nei servizi (14,8 da 14,1) a fronte di una correzione nel commercio al dettaglio (-5,1 da -4,2) e nelle costruzioni (3,7 da 6,3).
La quarta correzione consecutiva dell’ESI punta verso un rallentamento della crescita a cavallo di trimestre complessivamente in linea con quanto emerso dai PMI della scorsa settimana.
Nell’industria l’indagine riporta un contenuto rimbalzo della produzione, passata e attesa, e degli ordinativi con gli indici relativi che, pur restando al di sopra delle rispettive medie di lungo periodo, rimangono inferiori ai livelli registrati nel 1° trimestre.
Nei servizi lo scenario rimane complessivamente espansivo confermando come sia il settore a trainare la ripresa in questo frangente.
La stima finale dell’indice di fiducia dei consumatori conferma il calo a -23,6 da -21.2 già registrato con la lettura flash confermando come in questo frangente siano i nuclei famigliari ad essere i più colpiti dal mix di forte incertezza prospettica e pesante rincaro dei prezzi al consumo.
Le aspettative sui prezzi correggono per il terzo mese rimanendo comunque su livelli storicamente elevati mentre il giudizio sull’inflazione corrente tocca un nuovo massimo storico.
In peggioramento tutte le altre componenti dell’indagine.
Il rimbalzo dei servizi e una manifattura meno debole rispetto al previsto suggeriscono che il ritmo di crescita nel 2° trimestre potrebbe risultare leggermente più robusto rispetto alla nostra previsione corrente di 0,2% t/t.
Tuttavia, le indagini della Commissione Europea di oggi e i PMI della scorsa settimana segnalano comunque un rallentamento dell’attività tra il 2° e il 3° trimestre ponendo rischi al ribasso sullo scenario di crescita nel 2° semestre quando l’economia europea dovrà continuare a fare i conti con un’elevata inflazione e con le incertezze relative agli approvvigionamenti di gas.

 


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