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Area euro: inflazione verso nuovi massimi

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a cura di Aniello Dell’Anno


ABSTRACT

L’inflazione nell’area dell’euro ha toccato un nuovo massimo dal 1998 (ovvero da quando esistono i dati comparabili) a 5,8 a/a, in linea con le nostre previsioni ma ben al di sopra della stima di consenso (5,3%).
Sulla variazione tendenziale, l’energia (31,7% a/a) spiega direttamente più della metà dell’inflazione osservata.
I rialzi riguardano quasi tutte le componenti e non si può parlare di aggiustamenti di prezzi relativi: emerge ormai una trasmissione dei rincari da un settore all’altro che non sembra aver innescato ancora preoccupanti effetti di seconda battuta sui salari.
In prospettiva, riteniamo al momento improbabile che da marzo l’inflazione possa spostarsi su un trend discendente: il nostro focus sarà concentrato sull’andamento delle quotazioni di petrolio e gas naturale, il cui contributo alla crescita dei prezzi pensiamo spiazzerà la spinta ribassista legata all’effetto confronto con il 2021.
La crisi ucraina rischia di avere pesanti ripercussioni sull’economia dell’area euro, fortemente dipendente dalle forniture russe di gas naturale.
In una nota pubblicata il 16 febbraio, avevamo ipotizzato 3 scenari per il prezzo del gas naturale (associati a scenari analoghi per il petrolio).
In conclusione, nel 2022 in media d’anno, i prezzi dovrebbero crescere oltre il 4%, a meno che non inizi un processo di de-esclation già nelle prossime settimane; anche la componente core vedrà un’accelerazione oltre il 2,5% nel 2022 dall’1,5% registrato lo scorso anno.
In ogni caso, la dinamica dell’inflazione generale dipenderà molto anche dalla forza e dalla persistenza di shock attesi dal lato dell’energia.

 


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