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Gli effetti economici delle tensioni tra Russia e Ucraina

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a cura di Lorenzo Biagioli, Aniello Dell’Anno e Andrea Volpi


ABSTRACT

La crisi ucraina rischia di avere pesanti ripercussioni sull’economia dell’area euro, fortemente dipendente dalle forniture russe di gas naturale.
Sul fronte diplomatico, lo scenario attuale appare ancora piuttosto incerto e frammentato: nella conduzione delle trattative, agli Stati Uniti – che conservano un ruolo di primo piano all’interno della NATO – si starebbe affiancando la Francia, la quale (anche per evidenti ragioni di consenso, connesse alle prossime elezioni presidenziali di aprile) starebbe assumendo un ruolo di capofila nei bilaterali con Mosca e Kiev.
Le forti interrelazioni economiche esistenti tra Germania e Russia, infine, spiegherebbero la maggiore “cautela” fin qui mostrata da Berlino.
Secondo le nostre simulazioni, lo shock esogeno sul prezzo delle materie prime (petrolio e gas) avrà come effetto non solo un ampio aumento dell’inflazione, ma anche un freno alla crescita del PIL nel breve termine.
L’aumento delle tensioni geopolitiche sull’Ucraina accresce anche l’incertezza sull’andamento del PIL nel medio-periodo.
L’elevata incertezza di breve termine rende possibili diversi scenari.
Abbiamo in prima battuta analizzato due ipotesi alternative di rialzi dei prezzi delle materie prime energetiche, ovvero uno scenario che assume una crisi diplomatica transitoria (scenario 1) e uno di tensioni permanenti (scenario 2).
Abbiamo, inoltre, ipotizzato anche uno scenario estremo di conflitto locale con conseguenze persistenti (scenario 3).
Nello scenario 1, si vedrebbe un impatto sull’inflazione media annua di otto decimi quest’anno, cui si contrapporrebbe un ribasso di -0,2% nel 2023; il differenziale di crescita del PIL area euro risulterebbe di -0,6% nel 2022 e nullo nel 2023.
L’aumento dei prezzi delle materie prime prospettato nello scenario 2 determina un rialzo dell’inflazione media annua nell’Eurozona di ben +1,1% nel 2022 e +1,2% nel 2023.
La crescita del PIL sarebbe più bassa di -0,7% nel 2022 e di -0,8% nel 2023.
Sotto l’ipotesi di conflitto locale con conseguenze persistenti (scenario 3) , il rialzo dell’inflazione media annua rispetto alle nostre previsioni centrali ammonterebbe a +1,8% sia nel 2022 che l’anno prossimo; la crescita del PIL sarebbe più bassa di -1,1% nel 2022 e -0,9% nel 2023.

 


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