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Area euro: inflazione non ancora sul picco, rallenta il PIL nel 3° trimestre

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a cura di Aniello Dell’Anno e Andrea Volpi


ABSTRACT

L’inflazione nell’Eurozona è salita vertiginosamente, al 10,7% a/a al 9,9% di settembre, toccando così un nuovo massimo dal 1998 (ovvero da quando esistono i dati comparabili).
Al forte aumento congiunturale di ottobre (+1,6% m/m) ha contribuito in modo sproporzionato l’energia (+6,5% m/m), spinta al rialzo dai rincari delle bollette.
Sul mese crescono anche alimentari (+1,5% m/m) e beni manufatti (+1,2 m/m), che risentono dell’impatto del meccanismo di trasmissione dei rincari energetici.
Lo spaccato evidenzia aumenti diffusi a tutte le componenti.
L’inflazione core, salita al 6,4% (in linea con le nostre previsioni) dal 6% precedente, è ancora una volta spinta in alto principalmente dai beni e meno dai servizi.
Sul rialzo di ottobre pesano sia il rincaro delle bollette, in particolare l’aumento dei prezzi dell’energia elettrica e dal gas di città e gas naturale in Italia, che il meccanismo endogeno di trasmissione dei rincari energetici, come dimostra l’accelerazione della componente alimentare e la crescita dei beni manufatti ex-energia.
In ogni caso, il recente calo dei prezzi del gas anticipa possibili diminuzioni dei prezzi energetici verosimilmente già da novembre.
In sintesi, rispetto ad un mese fa rivediamo al rialzo di tre decimi la nostra previsione di inflazione per quest’anno, all’8,5%, e di poco più di un punto quella per l’anno prossimo, al 7,5%.
Il rallentamento dell’indice generale, atteso da febbraio, dovrebbe essere lievemente più pronunciato e legato ad effetti base negativi della componente energia.
I rischi sul nostro scenario previsivo sono lievemente verso l’alto sulla componente core.
Di contro, i rischi sull’inflazione energia sono rivolti ora verso il basso, dato che diversi fattori (inverno meno rigido del previsto, alto livello degli stoccaggi, la riduzione dei consumi) potrebbero portare ad un prezzo del gas nei mesi invernali più basso del previsto.
Sono stati pubblicati oggi anche i dati di contabilità nazionale relativi al 3° trimestre.
Il PIL in Eurozona è cresciuto in linea con le nostre previsioni dello 0,2% t/t, in rallentamento dallo 0,8% t/t registrato nel 2° trimestre.
In termini tendenziali il PIL è in espansione del 2,1% da un precedente 4,1% e si trova ora il 2,1% al di sopra dei livelli pre-Covid.
Tra le principali economie oltre alle sorprese al rialzo registrate in Italia e Germania l’economia è cresciuta anche in Francia, Spagna e Portogallo.
Il PIL è invece calato in Belgio e Austria.
Non è ancora disponibile lo spaccato delle componenti ma alla luce dei dati nazionali già pubblicati riteniamo che la domanda interna abbia sostenuto l’espansione a fronte di un contributo negativo da parte delle esportazioni nette.
Dal lato dell’offerta il valore aggiunto dovrebbe essere cresciuto nei servizi e calato nell’industria.
Dopo sei trimestri consecutivi di ripresa riteniamo che l’area euro sia entrata in una fase di contrazione già nel trimestre in corso che potrebbe estendersi anche alla prima parte del 2023.

 


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