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Area euro – Inflazione: mare ancora in tempesta

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a cura di Aniello Dell’Anno


ABSTRACT

L’inflazione a marzo ha registrato un rialzo di 2,5% m/m e l’indice core è cresciuto di 1,1% m/m.
Il dato si colloca ben al di sopra della stima di consenso e più vicino alle nostre previsioni.
L’inflazione headline, a 7,5% a/a da 5,9% precedente, e quella core, a 3,2% a/a, sono sui massimi dal 1998 (ovvero da quando esistono i dati comparabili).
Ancora una volta, le variazioni sono ampie e diffuse a tutte le componenti.
I maggiori contributi alla variazione mensile vengono dalle componenti più volatili e dai beni manufatti (+2,5 m/m), che risentono dell’impatto ritardato dei colli di bottiglia all’offerta.
Gli alimentari freschi sono in rialzo di 1,2% m/m, e anche l’energia continua a salire vertiginosamente, con una variazione di 12,5% m/m, guidata dal rincaro dei carburanti.
Sulla variazione tendenziale, l’energia (44,7% a/a) spiega direttamente circa il 60% dell’inflazione osservata.
I rialzi riguardano quasi tutte le componenti e non si può parlare di aggiustamenti di prezzi relativi.
Riteniamo che il rallentamento ciclico non frenerà la dinamica sottostante dei prezzi al consumo nel breve periodo ma per il momento la dinamica salariale non desta particolari preoccupazioni.
L’inflazione core, salita al 3,2% dal 2,9% precedente, è spinta sia dai beni che dai servizi.
In conclusione, ci aspettiamo un’inflazione media annua nel 2022 al 6,4%.
Le nostre stime per il 2023 prevedono un rallentamento della dinamica dei prezzi al consumo, che però rimarrà anche il prossimo anno significativamente al di sopra (2,5%) della soglia tollerata dalla BCE.
Il nostro scenario centrale sconta un parziale rientro delle tensioni sul greggio, verso i 90 dollari al barile in media il prossimo anno, e sul gas naturale, a 80 €/MWh.
Se, invece, il prezzo delle commodity si mantenesse sui livelli attuali più a lungo, l’inflazione rischierebbe di superare il 3% nel 2023.
Riconosciamo che permangono ancora rischi verso l’alto da fattori esogeni; inoltre, è probabile una dinamica più vivace dei salari in corso d’anno.
Il permanere dell’inflazione al di sopra del target per un periodo prolungato di tempo rischia di compromettere l’ancoraggio delle attese sui prezzi.

 


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