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Area euro: l’industria frena il PIL nel 1° trimestre

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a cura di Andrea Volpi


ABSTRACT

Dopo due mesi di recupero a marzo la produzione industriale è crollata di -4,1% m/m in Eurozona, è la più ampia flessione mensile da luglio 2022.
Rispetto ad un anno prima l’output è in calo di -1,4%.
Il calo è amplificato dal volatile dato irlandese (-26,3% m/m) ma tutte le principali economie ad eccezione della Spagna registrano una contrazione dell’output.
Su base settoriale sono i beni strumentali i più penalizzati (-15,4% m/m) frenati da un crollo del 50% della produzione nel comparto dell’elettronica, computer e prodotti ottici ma si registrano contrazioni anche per gli altri comparti: -1,8% i beni intermedi; -0,9% l’energia e -0,8% i beni di consumo non durevoli.
Solo i beni durevoli di consumo risultano in espansione per il secondo mese (2,8%).
Nonostante il calo dei prezzi dell’energia anche i comparti più energivori non mostrano segnali di significativa ripartenza (dopo due mesi di recupero l’output è tornato a calare di -1,2% m/m e -9,1% a/a) mentre il supporto derivante dalle minori problematiche di approvvigionamento e dagli ordini arretrati è in progressivo ridimensionamento.
L’industria chiude il 1° trimestre in contrazione di -0,2% t/t (-0,7% t/t il solo settore manifatturiero) mentre le indagini di fiducia restano compatibili con una sostanziale stagnazione manifatturiera anche nei prossimi trimestri.
In sintesi, dopo aver frenato il PIL a inizio anno difficilmente il settore risulterà trainante per la crescita nel 2023.

 


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